Genitori Info Eltern 2002

EVENTI 
Genitori Info Eltern
Periodico in rete: Direttore  Enrico Hell

 


Programma


Il Consiglio provinciale di Bolzano


Convegno del Consiglio provinciale di Bolzano

1992. Fine di un conflitto - 10 anni dalla chiusura della questione sudtirolese

La quietanza liberatoria, che il 19 giugno 1992 gli ambasciatori d‘Italia ed Austria depositarono presso il Segretario generale delle Nazioni Unite Boutros-Ghali, ha rappresentato la conclusione formale della vertenza tra le due Repubbliche avente per oggetto il Sudtirolo. Il conflitto riguardo alla definizione e all’attuazione dell'autonomia era pendente presso le Nazioni Unite dal 1960 e si protrasse ben oltre la svolta rappresentata dal secondo Statuto di autonomia (1972). I ritardi successivi all'emanazione dello Statuto furono dovuti anche alla tardiva approvazione delle ultime norme di attuazione, senza le quali era impossibile la composizione della controversia.

Il rilascio della quietanza liberatoria ha significato tuttavia ben più della conclusione formale di un'annosa vertenza: ha rappresentato un momento decisivo per l‘ingresso dell’Austria, potenza firmataria, nell'Unione europea agli inizi del 1995 ed ha costituito un piccolo passo per il processo di riforma federalista in Italia, che conobbe una rapida accelerazione in seguito agli scandali legati a Tangentopoli, scoppiati a partire dal 1992.

Il significato e gli esiti del rilascio della quietanza liberatoria da parte dell’Austria furono pertanto molteplici. Da un punto di vista internazionale si chiudeva definitivamente una vertenza pluridecennale tra due paesi che di lì a poco si sarebbero trovati fianco a fianco nell’Unione Europea. Dal punto di vista della politica interna italiana, il generale riconoscimento – ormai esplicito e formale – espresso a livello internazionale nei confronti della soluzione elaborata per la questione sudtirolese, dava rinnovato vigore a quelle forze che, da più parti, giudicavano necessario intraprendere la strada di un parziale trasferimento di poteri dal centro alla periferia anche per le altre regioni e province d’Italia. Ma fu, come è ovvio, dall’interno del piccolo mondo dell’Alto Adige/Südtirol che la svolta del 1992 fu vissuta con maggiore partecipazione ed è qui che ebbe le conseguenze più significative.

Il tema principale di questo Convegno è proprio l’impatto che la chiusura formale della vertenza sudtirolese ha avuto e avrà in futuro sull’autonomia della provincia di Bolzano.

Quali aspettative furono suscitate ed alimentate nella popolazione locale dalla svolta rappresentata dalla chiusura della questione sudtirolese? Non furono pochi coloro che in quell’atto formale intravidero la possibilità che si aprisse una fase di importanti cambiamenti nella vita politica, culturale, sociale dell’Alto Adige/Südtirol. Il fatto che si concludesse un lungo periodo di rivendicazioni, trattative e scontri, faceva ragionevolmente ritenere che la contrapposizione su base etnica si sarebbe stemperata e che i rapporti tra le forze politiche avrebbero superato rigidità e schematismi. Secondo alcuni non era neppure da escludere la possibilità che si giungesse ad un vero terremoto politico, attraverso la crisi dei partiti su base etnica e l’affermazione di nuove formazioni partitiche trasversali.

In che modo, poi, la prospettiva della chiusura della vertenza internazionale e i suoi possibili esiti per l’autonomia della provincia di Bolzano furono vissuti e interpretati dalle diverse forze politiche locali? All’interno dell’SVP, ad esempio, fino al 1992 restò predominante la preoccupazione per un futuro caratterizzato dalla sparizione della questione sudtirolese sul palcoscenico internazionale e le diverse valutazioni espresse al riguardo all’interno del partito condussero a scontri anche accesi. Secondo alcuni vi era il rischio che Roma tentasse di svuotare l’autonomia ormai compiuta, magari facendo leva sui propri poteri di indirizzo e coordinamento. Nei partiti politici italiani le valutazioni apparivano alquanto differenziate. Vi era chi riteneva che il rilascio della quietanza liberatoria avrebbe indebolito la posizione centrale dell’SVP; chi considerava possibile un progressivo avvicinamento tra le forze politiche espressione dei diversi gruppi linguistici; chi riteneva che il completamento dell’autonomia avrebbe rafforzato i sostenitori dell’autodeterminazione, portando all’inasprimento dei rapporti tra i gruppi linguistici. Vi furono anche esponenti politici, soprattutto della destra di lingua tedesca, che - dietro l’influenza dell’indipendenza di Slovenia e Croazia e della riunificazione della Germania - tentarono di impedire la chiusura della vertenza per rilanciare l’ipotesi, ormai largamente minoritaria, dell’autodeterminazione.

Al di là delle previsioni, dei timori e delle aspettative sorte a cavallo del 1992, è certo che con la soluzione della vertenza internazionale si sia aperta una fase nuova dell’autonomia, che, tra le altre cose, ha regalato alla Provincia autonoma di Bolzano nuovi spazi di manovra e nuove competenze. Oggi ci pare possibile affiancare alla ricostruzione storica di come si sia giunti alla chiusura della questione sudtirolese, un’analisi di come sia mutato il quadro dell’autonomia in questi ultimi dieci anni, oltre ad una riflessione sulle possibilità di cambiamento e di evoluzione future. Tutto ciò alla luce non solo della nuova situazione venutasi a creare dopo il 19 giugno 1992, ma anche in riferimento ad eventi esterni – internazionali e nazionali - destinati ad avere un peso crescente anche per l’Alto Adige/Südtirol. Si pensi al trattato di Maastricht, all’entrata in vigore della moneta unica e in generale ad un’Europa sempre più parte in causa anche nelle faccende di casa nostra e che secondo alcuni starebbe prendendo il posto di Roma nel ridefinire limiti e condizioni all’autonomia speciale altoatesina. Ma si pensi anche ai futuri esiti della recente riforma federalista approvata in Italia con referendum popolare. Saranno profondamente ridisegnati i rapporti tra Stato ed enti locali, così da rivoluzionare il quadro al cui interno si sono inserite sino ad oggi le autonomie speciali, destinate a perdere, in varia misura, parte della loro specialità.

Il Convegno si articolerà su di una giornata e mezza. La prima mattinata si aprirà con la ricostruzione del quadro storico antecedente il 1992, ovvero con la storia della questione sudtirolese dall’Accordo di Parigi al rilascio della quietanza liberatoria da parte dell’Austria, introduzione necessaria per contestualizzare l’oggetto precipuo degli interventi successivi. Seguiranno le testimonianze di alcuni dei protagonisti che, in rappresentanza delle diverse parti in causa, condussero in porto la chiusura della vertenza altoatesina.

Il pomeriggio sarà dedicato all’approfondimento di tematiche giuridico-istituzionali relative al "sistema" Sudtirolo, con un’attenzione particolare alle future linee di sviluppo, in rapporto alla riforma federale italiana e ad una rinnovata sensibilità – stimolata anche dal sempre più presente contesto europeo - per temi quali le relazioni tra autonomia e diritti di cittadinanza e i rapporti tra potere esecutivo e potere legislativo.

Nel mattino della seconda giornata si affronteranno e si discuteranno temi di particolare attualità e concretezza, che riscuotono un interesse diffuso nella società civile dell’Alto Adige/Südtirol. Si cercherà di capire quali modificazioni ha conosciuto il sistema dell’autonomia sudtirolese nei dieci anni successivi alla quietanza liberatoria e, soprattutto, si indagheranno le possibilità di ulteriori e auspicabili evoluzioni future, utilizzando come "cartine di tornasole" cinque ambiti particolarmente indicativi e decisivi: i rapporti tra politica e mass media, la scuola, la cultura, la politica del territorio e le pari opportunità.

Bolzano, 30 maggio 2002