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Periodico in rete: Direttore  Enrico Hell - Bolzano

 

Il ruolo delle famiglie nella acquisizione delle lingue in un contesto multingue: il caso del Sudtirolo.

In Sudtirolo, provincia del nord dell’Italia i 2/3 della popolazione usa la lingua tedesca; il restante terzo usa la lingua italiana. La popolazione complessiva e’ di circa 430.000 abitanti

L’ordinamento scolastico del Sudtirolo

In Sudtirolo ci sono tre diversi tipi di scuole:

  • le scuole italiane per studenti di madrelingua italiana;

  • le scuole tedesche per studenti di madrelingua tedesca

  • le scuole ladine per studenti della minoranza ladina (30.000 abitanti complessivamente)

Queste scuole e le loro strutture amministrative sono rigorosamente separate.

Nelle scuole tedesche l’insegnamento delle materie è svolto in lingua tedesca da insegnanti di madrelingua tedesca.

Nelle scuole italiane l’insegnamento delle materie è condotto in lingua italiana da insegnanti di madrelingua italiana.

Nelle scuole ladine l’insegnamento è condotto in modo paritetico nelle lingue italiana e tedesca ( cioè al  50% in italiano e al 50% in tedesco), ma mai nella madrelingua ladina degli studenti.

La seconda lingua (cioè l’italiano nelle scuole tedesche o il tedesco nelle scuole italiane) viene insegnata mediamente per sei ore settimanali come materia di studio. Non è previsto nei piani di studio ufficiali l’uso della seconda lingua nelle materie insegnate. In Sudtirolo la seconda lingua tedesca o italiana deve essere insegnata come materia a se stante.

Lo Statuto di autonomia del Trentino–Alto Adige che risale al 1972 sembra fornire la giustificazione legale a questo modello di insegnamento che e’ riconducibile ad una idea di separazione tra le scuole basata sulla lingua parlata in famiglia dagli studenti.

L’articolo 19 dello Statuto di Autonomia, legge di rilevanza costituzionale in Italia, recita:
“Nella Provincia di Bolzano l’insegnamento nelle scuole materne, elementari e secondarie è impartito nella lingua materna italiana o tedesca degli alunni da docenti per i quali tale lingua sia egualmente quella materna”.

Come è possibile che con un simile quadro legislativo i genitori chiedano alle autorità che a scuola si smetta di insegnare le lingue come semplice oggetto di studio e si usino tutte le lingue della provincia per trattare le varie discipline?

Alla base di tale richiesta, portata avanti con insistenza inascoltata dalle famiglie del Sudtirolo, sta la convinzione che la conoscenza delle lingue non è solo la conoscenza della loro grammatica o del loro uso letterario, ma è la capacità di usarle per esprimere qualche cosa. Il punto di vista dei genitori è che a scuola le lingue si possono imparare solo se se vengono usate per apprendere i contenuti delle materie di studio. Lo studio della grammatica non fa apprendere una nuova lingua.

La grammatica ha invece un’altra funzione: fa riflettere sulla lingua dopo che la si e’appresa, rende consapevoli della correttezza delle espressioni della lingua, consente di controllarne la correttezza.

Le lingue si apprendono solo attraverso l’uso e non attraverso la grammatica.  Il problema è: come riuscire a far capire alle autorità e ai politici, che nel Sudtirolo esibiscono leggi vecchie di un quarto di secolo, che la lingua si impara solo se viene usata come veicolo d’insegnamento, come mezzo per comunicare,  per dire qualcosa.

Questo e’ il compito che si sono assunti i genitori in Sudtirolo.

I programmi di immersione in Sudtirolo

I programmi di immersione in Sudtirolo sono tutti programmi di immersione parziale.
I genitori li sostengono, sulla base dell’idea che le lingue si imparano attraverso l’uso.
I programmi di immersione intendono creare all’interno della scuola un contesto d’uso di piu’ lingue, soprattutto di quelle che nell’ambiente sociale degli alunni non sono utilizzate.

Il programma di immersione in Sudtirolo considera dunque attentamente la situazione sociolinguistica  del territorio.

Scuole primarie e secondarie (grado 1-8)

Le sperimentazioni di insegnamento in "immersione linguistica" a Bolzano sono nate dalla convinzione che l'apprendimento di una lingua straniera e' molto piu' efficace se la lingua non resta puro oggetto di studio, ma viene utilizzata per veicolare i contenuti di determinate discipline. Per esempio, la geografia o la storia , trattate in un’altra lingua, fanno si' che gli alunni, assieme ai contenuti disciplinari , si impossessino anche della nuova lingua utilizzata.

L' immersione linguistica e' nata in Canada negli anni '60, sotto la spinta di un gruppo di genitori del Quebec.

In Canada si e' elaborato un modello di "immersione totale", oggi applicato anche in Europa e precisamente in Catalogna, nella regione basca e in Finlandia, molto efficace: i bambini, gia' all'eta' di quattro anni cominciano a svolgere tutte le attività di scuola materna nella lingua che non conoscono. Progressivamente, con il passare degli anni , la lingua materna viene introdotta nelle attività scolastiche fino ad arrivare alla fine della scuola dell' obbligo al 50 per cento delle attivita' in lingua materna e al restante 50 per cento in lingua non materna. Alla fine del percorso i ragazzi sono perfettamente bilingui.

Ma ci sono altri modelli di scuole ad immersione, che si differenziano a seconda dell' eta' dei ragazzi e a seconda della quantità di insegnamento in lingua veicolare.

In Sudtirolo si sta sperimentando un modello di immersione parziale - cioe' articolato su poche discipline - e tardiva - cioe' introdotto nelle scuole a undici anni di eta’ degli studenti. Altre sperimentazioni di immersione parziale cominciano a partire dai sei anni di eta’ dei bambini.

Recentemente sono state introdotte attività in seconda lingua a livello precoce con bambini di tre anni, per circa due ore al giorno.

Il primo progetto di immersione linguistica approvato in Sudtirolo e' partito nel 1993 e ha coinvolto due prime classi della scuola media in lingua italiana "Archimede" di Bolzano. La sperimentazione e' consistita nell' attribuire all' insegnante di tedesco anche l'insegnamento della geografia.
I risultati sono stati lusinghieri. Fin dai primi mesi si è riscontrato un mutato atteggiamento dei ragazzi nei confronti della lingua non materna tedesca, parlata e considerata con interesse e simpatia.

Scuole materne

Nelle scuole materne (Kindergarten) italiane del Sudtirolo le attività in seconda lingua sono organizzate direttamente dai genitori.
Le attività si svolgono per un massimo di cinque ore alla settimana.

Attraverso queste iniziative, i genitori si contrappongono all’idea dominante in Sudtirolo, ma anche in altri paesi d’Europa, che una seconda o una terza o quarta lingua debbano essere apprese solo dopo che il bambino sia consolidato nella sua prima lingua.

L’idea dei genitori del Sudtirolo è che un bambino possa sviluppare appieno la propria personalità e la propria individualità attraverso una educazione plurilingue: una educazione monolingue non è un requisito naturale. Molte esperienze fanno capire  che un plurilinguismo precoce è la condizione naturale dell’uomo: l’uomo parla naturalmente più lingue fino da piccolo. Privilegiare una lingua sola a scapito di tutte le altre è fare violenza al bambino.

Le attività private svolte in seconda lingua alle scuole materne rappresentano l’impegno pincipale dell’Associazione dei genitori di Bolzano.

Il ruolo dei genitori nella acquisizione di una seconda lingua

I genitori hanno un ruolo attivo nell’organizzazione delle attivita’ in seconda lingua nelle scuole materne. I genitori assumono le insegnanti e provvedono direttamente anche alla loro formazione.

Il ruolo dei genitori nella motivazione dei ragazzi

I genitori considerano attentamente gli aspetti legati alla motivazione all’uso delle lingue. I ragazzi devono apprezzare la naturalità dell’uso di più lingue. I genitori cercano di non dare messaggi contrastanti ai figli, e di dare l’esempio di uso della seconda lingua in situazioni concrete.  I genitori usano sempre la loro lingua con i figli, ma si sforzano, per quanto possibile, di usare la seconda lingua nella vita di tutti i giorni.

Tra le attività dell’Associazione  “Genitori per il bilinguismo” c’e’ anche la formazione dei genitori ad un corretto approccio alla seconda lingua, che aumenti la motivazione nei ragazzi.

Il ruolo propositivo

L’associazione dei genitori ha un ruolo attivo nelle proposte rivolte alle istituzioni scolastiche per  il potenziamento dell’apprendimento delle lingue.

Finora ogni progetto di sperimentazione di immersione linguistica è stato elaborato con l’intervento diretto dei genitori.

Per l’approvazione dei nuovi progetti i genitori hanno costantemente fatto pressione sulle autorità amministrative e politiche, utilizzando anche i mass media per sostenere le loro richieste.  Senza questo intervento diretto dei genitori nessuna innovazione sarebbe stata approvata.

Supporto alle attivita’ scolastiche

I genitori propongono anche attività da svolgere fuori dell’orario scolastico nelle quali sia previsto l’uso di più lingue.

E’ stata proposta l’organizzazione di cineforum in seconda lingua

E’ stata proposto l’utilizzo della rete internet per ricercare contatti con altri studenti di lingua tedesca, con i quali costruire delle ricerche comuni, pianificate dai rispettivi insegnanti.

La risposta del mondo della scuola a tutte queste proposte è sempre stata molto debole. Gli insegnanti non sanno usare internet generalmente e non desiderano impegnarsi oltre il tempo strettamente necessario in base al loro contratto.
Le proposte dei genitori si scontrano cosi’ con una certa arretratezza degli insegnanti.

Rapporto scuola famiglia

In Italia il rapporto scuola famiglia non e’ attentamente considerato dagli insegnanti. L’idea dominante e’ che i genitori non devono interferire troppo con l’attività didattica decisa dagli insegnanti, i quali a loro volta pretendono di essere gli unici titolati a scegliere le strategie didattiche piu’ idonee e gli unici competenti a valutare l’efficacia del sistema formativo nel suo complesso.  L’Associazione Genitori intende invece esercitare una forma di controllo valutativo sulle scelte educative degli insegnanti. Per quanto riguarda l’insegnamento della seconda lingua i genitori considerano questo fatto: se un insegnante di una materia, per esempio matematica ottenesse il risultato che il 70 % degli studenti ha un apprendimento insufficiente, l’insegnante stesso sarebbe costretto a cambiare il suo metodo di insegnamento. Ma nel campo dell’insegnamento delle lingue addirittura il 95% degli studenti consegue risultati assolutamente insoddisfacenti.  Questo significa che l’insegnamento delle lingue deve essere profondamente modificato. Il risultato catastrofico impone che si cambi radicalmente il modo di insegnare le lingue a scuola. L’immersione linguistica è una delle alternative proposte dai genitori. Dovrebbe essere molto naturale anche per gli insegnanti comprendere immediatamente la necessità di un radicale cambiamento della didattica delle lingue. Ma le cose non stanno sempre così.

Le resistenze politiche e scolastiche

Le resistenze politiche all’introduzione dell’insegnamento in immersione delle lingue sono da attribuire a due diversi punti di vista:

1)  resistenze da parte dei politici: i politici del Sudtirolo, temono che l’immersione linguistica distrugga il sistema delle scuole separate per gruppo linguistico e in definitiva conducano ad una assimilazione culturale fra tedeschi e italiani.

2)  resistenze da parte del mondo della scuolagli insegnanti monolingui temono che l’insegnamento delle loro materie sia attribuito ad insegnanti bilingui.

Soggetti di cambiamento

Gli artefici del cambiamento sono i genitori. L’interesse delle famiglie è per il plurilinguismo dei propri figli. I genitori non ascoltano le ragioni ideologiche dei politici che fondano il loro ruolo sulla separazione linguistica dei cittadini, e non ascoltano le ragioni di quegli insegnanti che si limitano solamente a difendere il loro posto di lavoro, anche a scapito del futuro dei loro alunni.

I genitori non ascoltano nessuno ma difendono le ragioni dei propri figli. Per questo a Bolzano è nata l’Associazione “Genitori per il Bilinguismo”.

I tempi del cambiamento

Nonostante i genitori abbiano cominciato nel 1993 a richiedere le scuole ad immersione linguistica, ancora oggi non si può riscontrare una introduzione massiccia delle scuole ad immersione in Sudtirolo. Secondo i politici della maggioranza di governo del Sudtirolo, l’immersione linguistica è ancora un pericolo per la tutela dei gruppi linguistici minoritari.

Per i politici del Sudtirolo i valori fondamentali sono quelli della difesa delle caratteristiche etniche dei diversi gruppi linguistici: le scuole ad immersione linguistica vengono generalmente scambiate dai politici del Sudtirolo per istituzioni che confondono le caratteristiche etniche dei diversi gruppi linguistici.

Questa concezione chiusa dei rapporti fra gruppi linguistici, secondo la quale anche la conoscenza della lingua e della cultura degli altri gruppi linguistici è un pericolo per il mantenimento dei caratteri peculiari delle minoranze, si accompagna ad una corrispondente chiusura alle innovazioni dell’Europa.

La paura per le nuove libertà previste in Europa è espressa anche nel programma di governo della provincia autonoma di Bolzano. In tale programma si legge:

“L’autonomia della provincia di Bolzano e la sua evoluzione dinamica non deve essere compressa dallo sviluppo europeo. Gli spazi di libertà e autonomia sinora conquistati vanno conservati ed ampliati. In particolar modo l’Europa deve aumentare la propria comprensione per le minoranze.”

Le scuole plurilingui sono una risorsa concreta per la costruzione dell’Europa.

I genitori di Bolzano auspicano che il progetto di difesa della provincia di Bolzano dall’Europa non includa la chiusura delle scuole ad immersione.