Genitori Info Eltern 2002

GENITORI INFO ELTERN 
Impressum
Periodico in rete: Direttore  Enrico Hell


Istituto Europeo per l'immersione linguistica

Scuola europea: come realizzarla
(di Antonello Maggipinto)

Il 26 marzo del 1999, l´Istituto Europeo per l´Immersione Linguistica, consegnò ufficialmente al dott. Gian Pietro Fontana-Rava, direttore della Rappresentanza a Milano della Commissione Europea, una proposta per l´istituzione di Scuole Europee Regionali (S.E.R.). Tale proposta è, a mio parere ancora valida, viste le recenti prese di posizione sulla "scuola europea" apparse sulla stampa locale.
Con questa importante istanza si chiedeva alle apposite Istituzioni della UE, di considerare la difficoltà per il comune cittadino europeo, ad immaginare una comunità internazionale e multilingue di cittadini senza una istituzione educativa di riferimento che, insieme ad un approccio di carattere locale e nazionale, desse anche la giusta idea della "Dimensione Europea", sia nel senso dei contenuti che delle lingue apprese.
Come tutti sanno diverse tematiche delle politiche dell´Unione Europea sono lasciate alla esclusiva pertinenza dei singoli stati membri, essendo soggette al cosiddetto principio della sussidiarietà. Una di queste materie è proprio la scuola. Un´eccezione è costituita dalle 11 Scuole Europee esistenti nei diversi paesi, direttamente finanziate dalla UE, che svolgono le discipline direttamente in diverse lingue veicolari, ed istituite principalmente per permettere la frequenza ai figli dei numerosi funzionari della comunità operanti nei diversi paesi dell´Unione.
Con la proposta denominata "Una scuola europea in ogni regione d´Europa", si sollecita l´Unione a prendere in considerazione un nuovo tipo di scuole, sostanzialmente diverse da quelle europee esistenti. Si auspica l´istituzione di Scuole Regionali Europee (SER), una per ogni regione, sganciate dal principio della sussidiarietà, parzialmente finanziate dall´Unione e con discipline svolte in lingue veicolari. Rispetto alle poche scuole europee esistenti, queste ultime avrebbero il vantaggio di una maggiore diffusione, di essere più vicine ai diversi contesti di riferimento e rispettose delle diversità, anche linguistiche, esistenti sul territorio.
Tali scuole, oltre ad essere necessarie per la promozione dell´idea europea a livello regionale, potrebbero essere utili come Centri Europei di Riferimento Regionale (CERR) per gli stessi progetti educativi europei, e fornire inoltre elementi interessanti per la ricerca e la sperimentazione nella didattica in lingue veicolari. Rivestirebbero poi particolare importanza per i programmi internazionali di scambio tra docenti di varie discipline, e contribuirebbero grandemente alla diffusione dell´Idea Europea, che grazie a questa tipologie di scuole riceverebbe un rinnovato impulso tra i cittadini.
Relativamente alla situazione locale è doveroso sottolineare però che una scuola simile sarebbe unica, e probabilmente a numero chiuso, perché non riuscirebbe ad accogliere tutte le domande di iscrizione: non si presterebbe insomma a risolvere appieno la diffusa domanda di plurilinguismo. Ben altro sarebbe invece lo sviluppo, nelle scuole italiane della provincia di Bolzano, di sezioni diffuse ad immersione linguistica in almeno due lingue. Per fare questo ogni scuola interessata dovrebbe stendere una proposta per insegnare alcune materie, direttamente in tedesco o in inglese per far fronte alle esigenze sempre maggiori dell´utenza.
Il problema maggiore nello sviluppo di tali progetti è quello del reperimento delle risorse umane: quali insegnanti infatti insegnerebbero direttamente le discipline in L2 o in L3?. Nonostante le richieste che da molti anni sono state fatte in tal senso, non è stata invero approntata nessuna soluzione al problema. Uno dei modi col quale la scuola pubblica, potrebbe realisticamente aggirare l´ostacolo è lo scambio paritetico di insegnanti. Per realizzare il proprio progetto educativo ogni singola scuola interessata si potrebbe gemellare con una scuola di altra lingua, stipulando un contratto di scambio insegnanti della stessa disciplina. Questi ultimi continuerebbero ad insegnare, nella rispettiva madrelingua, le proprie discipline agli studenti dell´istituzione parallela. Per lo sviluppo di un simile progetto sarebbe molto utile il coinvolgimento di un ufficio dell´Amministrazione scolastica e/o dell´Istituto Pedagogico che funga da "facilitatore", gestendo la parte relativa al "counseling" e all´organizzazione individuando: 1) un repertorio di scuole di madrelingua diversa disponibili allo scambio, 2) le risorse per l´ospitalità dei diversi docenti in scambio (principalmente vitto e alloggio), 3) i percorsi di formazione per gli insegnanti coinvolti. In virtù della delibera provinciale del 1997 contente le "Linee guida per l´insegnamento/apprendimento del tedesco nelle scuole di lingua italiana", con piccoli accorgimenti, sarebbe del resto possibile sviluppare un progetto del genere senza trasgredire alcun articolo statutario.

Bolzano, 25 maggio 2002