Università e bilinguismo
Enrico Hell - 02/11/2003
 


Venerdì scorso il Consiglio di Amministrazione dell'università di Bolzano ha
designato il nuovo rettore che si insedierà all'inizio del'anno accademico
2003-2004. Il nome prescelto è quello di Rita Franceschini, probabilmente
una grande risorsa tanto per l'Università quanto per l'Alto Adige intero.
Docente presso l'università di Saarbrücken, Rita Franceschini è tra i
maggiori esperti in Europa di didattica plurilingue. Tra i settori di suo
attuale interesse: l'efficienza dell'apprendimento precoce, lo sviluppo di
moduli didattici multimediali, le correlazioni neurobiologiche del
plurilinguismo.

Rita Franceschini può essere una risorsa per l'Università di Bolzano, che
non ha mai potuto avere una facoltà di lingue. Già prevista nel primo
statuto allegato all'atto costitutivo dell'Università, la facoltà di lingue
è stata rapidamente cancellata, probabilmente perché non fosse l'indotto per
una scuola primaria e secondaria ad immersione linguistica. Ma anche altre
scelte dell'Università sono state contro una scuola plurilingue. A fronte di
una facoltà di economia con insegnamenti in tre lingue e a fronte dei
successivi sviluppi nel settore dell'informatica con predominanza dell'
inglese come lingua di insegnamento, la facoltà di scienze della formazione,
quella che abilita gli insegnanti della scuola primaria e della scuola
secondaria, propone ancora corsi rigorosamente divisi per lingua, corsi solo
in italiano, corsi solo in tedesco, e corsi in due lingue solo per gli
insegnanti ladini. Per di più in nessuno dei corsi di laurea, a tutt'oggi, è
attivato un qualche insegnamento di didattica della seconda lingua.
Scandaloso, se si pensa che intanto nel mondo della scuola si introduce l'
italiano nelle prime elementari tedesche e vengono avviate innovazioni
continue nelle scuole italiane. L'approccio al plurilinguismo di Rita
Franceschini potrebbe essere determinante nel raddrizzare la situazione.


Ma anche al di fuori dell'Università ci sono elementi che vanno attentamente considerati.
Nel luglio del corrente anno la Commissione Europea ha inviato
agli organismi un documento intitolato: "Promuovere l'apprendimento delle
lingue e la diversità linguistica". Il documento rappresenta una svolta
nella politica linguistica europea. Uno dei metodi indicato come decisivo
per l'apprendimento delle lingue è quello dell' apprendimento integrato di
lingua e contenuto (CLIL). Con questo approccio si suggerisce che gli
allievi imparino direttamente una o più materie in lingua straniera
soprattutto in situazioni in cui l' apprendimento linguistico tradizionale
non dà buoni risultati. Si tratta dello stesso approccio del progetto di
scuola trilingue che in Alto Adige è stato recentemente lanciato. Anche per
la scuola trilingue di Bolzano il contributo del nuovo rettore Rita
Francheschini potrebbe essere determinante, soprattutto se le ricerche da
lei avviate troveranno seguito e sostegno locale.


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