Immersione.Non si farà: così si viola lo Statuto
rassegna stampa / Alto Adige - 26/02/2003
 


BOLZANO. «Non vogliamo l'immersione. E la compresenza è un'immersione di fatto. Noi siamo contrari». E' durissimo Luis Durnwalder nel commentare gli ultimi sviluppi del dibattito sulla scuola italiana. Tanto sulla proposta di sezioni trilingui («però l'assessora Gnecchi assicura che l'articolo 19 è rispettato, valuteremo in giunta») che su quella di Rispoli discussa - e bocciata - dalla Svp lunedì sera: «Nessuno ha il diritto - afferma il presidente della giunta provinciale - di cambiare l'articolo 19. In Alto Adige esistono tre scuole e uno può iscriversi dove vuole. Anche in quella dell'altra lingua. E va anche bene se si vogliono aumentare le ore di seconda e terza lingua. Ma di immersione non se ne parla. E la compresenza è un'immersione di fatto».
Perché tutta questa attenzione per la scuola di lingua italiana? «Perché la Provincia - risponde Durnwalder - è responsabile della scuola di tutti i gruppi linguistici. E se concediamo la scuola "mista" agli italiani, poi ovviamente ce la chiederebbe anche una parte della popolazione tedesca. E questo non va. Ripeto: se si vuole l'immersione, al 100%, basta iscriversi nella scuola dell'altro gruppo».
E proprio sull'immersione Durnwalder chiude con una battuta: «Dovevamo proporla noi. Questo è stato il nostro errore. L'avessimo fatto, il gruppo italiano avrebbe urlato: "ecco, ora vogliono entrare anche nelle nostre scuole" e si sarebbe chiuso il discorso per sempre».
Sulla vicenda interviene anche l'assessora alla scuola tedesca, Sabine Kasslatter-Mur: «Sulla proposta Rispoli la penso come il mio partito, anche se io nei miei asili ho problemi diversi. Per quanto riguarda la proposta delle cosiddette "sezioni trilingui", personalmente credo alla collega Gnecchi quando dice che rispetta l'articolo 19. Forse ci sono alcuni passaggi dubbi, ma la mia impressione è che vada bene. Se siamo trilingui ora, lo saremo anche dopo quel progetto; se non lo siamo ora, non lo saremo nemmeno dopo. E' solo un metodo per potenziare le competenze linguistiche: migliora la situazione ma non rivoluziona nulla. Comunque ne discuteremo in giunta il prossimo 10 marzo».


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