Bilinguismo ostacolato
La sentenza del Consiglio di Stato contro l'italiano nelle prime elementari tedesche
Enrico Hell - 19/01/2004
 


Dopo aver provocato sconcerto e reazioni di diversa natura, la sentenza del Consiglio di Stato che ha sospeso l’efficacia della delibera sull’insegnamento dell’italiano nelle prime classi delle scuole elementari tedesche, merita un approfondimento.
L’episodio in se ha anche del grottesco perchè qualcuno è riuscito ad usare una norma - l’articolo 19 dello statuto di autonomia, nato non certo per ostacolare lo studio della seconda lingua sia nella scuola italiana che nella scuola tedesca- in una norma che di fatto lo frena. In questo paradosso del bilinguismo ostacolato sta probabilmente il nocciolo della questione, che non va sottovalutata.
Che l’articolo 19 sia ormai molto simile a un “colabrodo” è opinione diffusa negli ambienti che si occupano di istruzione. Walter Stifter, in una sua dichiarazione resa quando era ancora intendente per la scuola tedesca, sottolineava la necessità di mettere mano proprio a quell’articolo, intenendendo non tanto una ridefinizione dei principi fondmentali dell’ordinamento scolastico locale, ma un adeguamento tecnico delle norme statutarie alla realtà giuridica e della didattica che era cambiata molto in fretta. Faccio un altro esempio (ma gli esempi potrebbero essere più d’uno). La Provincia ha emanato una legge che concede l’autonomia alle scuole, recependo quanto era già stato disposto a livello nazionale. In base alla legge provinciale dunque le scuole si autoamministrano, ma lo Statuto di autonomia prevede, al contrario, che le scuole siano amministrate direttamente dagli Intendenti Scolastici. Per inciso, lo Statuto dice anche che gli intendenti hanno le funzioni dei Provveditori. Tutti sappiamo che i vecchi provveditori agli studi non esistono più, cioè che l’organizzazione della scuola italiana è totalmente cambiata. Anche questo mostra che bisogna mettere mano con urgenza proprio all’articolo 19 , vecchio di trent’anni. Perché se l’articolo 19 ricapita nelle mani del Consiglio di Stato, può succedere di nuovo, come è successo ora per la seconda lingua in prima elementare, che si facciano dei passi indietro e arretri nel suo complesso l’intero sistema scolastico della provincia di Bolzano.

Nel 1996 diecimila genitori firmarono una appello per una norma di attuazione che legalizzasse le sperimentazioni di potenziamento della seconda lingua che allora cominciavano ad affermarsi. Nessuno si preoccupò delle norme. Anzi quasi tutti i politici nelle condizioni di farlo affermarono che le cose potevano essere condotte senza bisogno di cambiare le leggi. Avevano torto, la sentenza del Consiglio di Stato di questi giorni lo dimostra in maniera lampante. Fino a che non si deciderà di aggiornare lo statuto di autonomia, tutte le innovazioni nel campo della didatttica della seconda lingua saranno in qualche modo a rischio.
Mi chiedo quanto possa reggere lo stesso progetto di scuola trilingue, lanciato nelle scuole italiane lo scorso anno, se non si corre subito ai ripari. Probabilmente basterebbe che uno studente fosse bocciato in una disciplina che gli è stata proposta nella seconda lingua anziché nella sua lingua materna per consentire a un genitore di ricorrere al Tar e poi al Consiglio Stato, tirando in ballo l’articolo 19. Gran parte della innovazione nel campo della didattica della seconda lingua è a rischio, perché poggia su basi normative incerte.

Nei giorni scorsi è stata lanciata la proposta di un tavolo trasversale delle forze politiche italiane che potesse trovere convergenze su temi comuni rilevanti per tutti.

La mia proposta è che la riscrittura dell’articolo 19 dello statuto di Autonomia, sia l’occasione per istituire davvero quel tavolo trasversale. Gli aderenti al tavolo, politici, tecnici ed esperti potrebbero incontrarsi avendo come primo compito quello di scrivere assieme un testo di modifica dello statuto di autonomia in materia scolastica per poi sottoporlo ai rappresentanti del mondo politico tedesco per una discussione comune.

Finora il mondo della politica ha sottovalutato la questione della congruenza giuridica delle iniziative intraprese nel settore scolastico soprattutto nel settore del sostegno alla seconda lingua e questo ora provoca problemi e imbarazzi. Ma nulla impedisce anche ai vecchi uomini della politica di cominciare a lavorare ora ad una modifica tecnica dell’articolo 19, soprattutto perché il Consiglio di Stato ha lanciato un segnale preoccupante.


SCHEDA
scheda di riferimento l'articolo 19 dello Statuto di Autonomia



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