Il consiglio di Stato ha accolto il ricorso della consigliera Eva Klotz
rassegna stampa / Alto Adige - 16/01/2004
 


BOLZANO. Il consiglio di Stato ieri ha accolto il ricorso della consigliera Eva Klotz dell’Union für Südtirol e, con un’ordinanza di sospensiva immediata, ha stoppato l’insegnamento precoce dell’italiano fin dalla prima elementare nelle scuole tedesche.
A rischio ora, ovviamente, anche l’insegnamento del tedesco nelle prime elementari delle scuole italiane attuato per altro già da oltre 15 anni. Esulta la consigliera Klotz, mentre nel mondo politico, e nella Svp, c’è sorpresa e disorientamento.





Il progetto di allargamento alle prime elementari delle scuole tedesche dell’insegnamento dell’italiano - in via sperimentale e solo in quegli istituti che avessero scelto liberamente di attuarlo - nei mesi scorsi aveva suscitato un largo e lacerante dibattito politico soprattutto fra la destra tedesca e la Svp, ma anche se soprattutto all’interno della Stella alpina dove la componente più conservatrice capeggiata dall’ex assessore alla cultura Bruno Hosp aveva osteggiato fermamente la proposta di Sabina Kasslatter Mur.
Già in piena campagna elettorale la consigliera Klotz si era quindi rivolta una prima volta al Tar di Bolzano per chiedere un’immediata sospensiva del progetto che con l’avvio dell’anno scolastico stava per essere concretamente introdotto in una trentina di scuole interessando oltre quattrocento alunni. I giudici amministrativi bolzanini tuttavia hanno respinto la richiesta della Klotz che, a tambur battente, si è quindi rivolta in sede di appello al Consiglio di stato a Roma. Ieri nel tardo pomeriggio quindi l’ordinanza della quarta sezione presieduta da Paolo Salvatore (relatore il consigliere Carlo Saltelli) che accoglie l’appello in quanto la delibera in questione è in palese violazione dell’articolo 19 dello Statuto di autonomia. Dunque sospensiva immediata concessa con rinvio dell’esame di merito al tribunale amministrativo di Bolzano.
Intanto però da oggi l’insegnamento precoce dell’italiano fin dalla prima elementare nelle scuole tedesche non si può più fare.
Ed i problemi che si aprono sono ovviamente di enorme portata su più livelli: sul piano didattico considerato che oltre quattrocento alunni si vedranno la continuità d’insegnamento interrotta a metà anno scolastico; sul piano giuridico perché evidentemente se tale divieto vale per la scuola tedesca, posto che l’articolo 19 ha la medesima forza per tutti i gruppi linguistici in ugual misura, anche nella scuola italiana si corre il serio rischio di dover interrompere l’insegnamento del tedesco nella prima elementare che si sta attuando già da oltre 15 anni; sul piano politico perché già si profila un nuovo, inevitabile scontro, non solo dentro la Svp, fra i sostenitori e i contrari alla modernizzazione dell’articolo 19 dello Statuto; infine sul piano della più generale riforma della scuola, dalla quale non può restare esclusa evidentemente quell’altoatesina, considerato che la riforma Moratti prevede esattamente l’insegnamento precoce della seconda lingua fin dalla prima elementare.
In sostanza una decisione giuridica che si è già trasformata in un autentico terremoto per l’autonomia sudtirolese, dalle conseguenze al momento non prevedibili.


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