Archive for Marzo, 2006

Riforma della scuola e bilinguismo

Sabato, Marzo 25th, 2006

“Per uno scenario riforma del sistema educativo e formativo della provincia di Bolzano” è il titolo del convegno organizzato dall’Istituto Pedagogico il 23 marzo 2006 nell’aula magna del Liceo Scientifico “Torricelli” di Bolzano.

Il tavolo dei relatori al Convegno sulla riforma organizato dall'Istituto Pedagogico

Si è trattato di un approfondimento delle tematiche riguardanti la riforma.

Il bilinguismo ha un posto rilevante fra i grandi temi della riforma, se solo proviamo a considerare il deficit di conoscenza della seconda lingua degli studenti delle scuole italiane della provincia di Bolzano, rilevato sia dai ricercatori che dalla comune sensibilità.

La mia proposta è che la riforma della scuola in Alto Adige preveda che le scuole in lingua italiana possano applicare, in autonomia, il modello dell’immersione linguistica.
Per raggiungere tale obiettivo, in primo luogo la riforma dovrebbe considerare le compatibilità con il sistema scolastico previsto dall’articolo 19 dello Statuto di autonomia per il Trentino Alto Adige.

A mio parere non è necessaria una preventiva modifica dell’articolo 19, tenendo presente che l’ordimento scolastico, che differenzia, anche amministrativamente, le scuole in lingua italiana, in lingua tedesca e delle località ladine dell’Alto Adige, resterebbe inalterato. In altri termini, l’immersione linguistica in Alto Adige non prefigura un ordinamento della scuola alternativo, perchè non prevede un unico tipo di scuola sostitutivo degli attuali tre.

Come si colloca l'immersione linguistica nel sistema scolastico dell'Alto Adige
il sistema scolastico dellAlto Adige e l’immersione linguistica –> ingrandisci

Ciò significa che il concetto di scuola mista non rientra nel modello dell’immersione linguistica.

Se, tuttavia, nell’approfondimento della questione, dovessero emergere problematiche giuridiche insormontabili nel coniugare immersione linguistica e Statuto di Autonomia, sarebbe necessario porre mano preventivamente al testo dell’articolo 19 dello Statuto, con la stesura di un nuovo testo condiviso dai tre gruppi linguistici. La riscrittura dell’articolo 19 risulta essere già nell’agenda di più parti politiche ed è richiesta, in via generale e per esigenze di ammodernamento del testo, anche da tecnici e amministratori della scuola.

Nella scenario della riforma l’immersione linguistica nella scuola italiana dovrebbe avere questi caratteri:

  • prevedere l’uso veicolare della seconda lingua nelle discipline per almeno il 50 per cento del monte ore;
  • prevedere un avvio precoce alle scuole materne e un programma di intervento progettato per tutto il percorso dela scuola dell’obbligo, senza discontinuità;
  • prevedere la trattazione veicolare di contenuti anche in lingua3 (inglese)
  • dare il massimo rilievo alla libertà di scelta dei genitori nell’iscrivere i propri figli: i genitori devono poter sempre scegliere fra sezioni ad immersione e sezioni “tradizionali”;
  • prevedere reti fra scuole dei diversi gruppi linguistici per le questioni didattiche, di formazione e di utilizzo del personale insegnante;
  • prevedere la necessità di un rapporto stretto fra scuole ed enti territoriali, associazioni, per la pianificazione di un uso sociale della seconda lingua;
  • prevedere l’intervento di Università e Istituti di ricerca nel monitoraggio e nella valutazione dei processi.

Per favorier il dibattito, l’Isituto Pedagogico ha attivato il blog Per uno scenario di riforma .
Altre notizie sul convegno sono visibili al sito dell’ufficio Stampa della Provincia autonoma di Bolzano.

Un cervello e più lingue

Martedì, Marzo 14th, 2006

Cordula Nitsch, medico e docente di anatomia all’ Università di Basel, specialista di neuroanatomia funzionale, ha illustrato come funziona il cervello dal punto di vista della acquisizione di più lingue nell’ambito della conferenza pubblica “Ein Gehirn und mehrere Sprachen:wie funktioniert das?”. La conferenza à stata organizzata della Libera Università di Bolzano e si è tenuta a Bolzano il 14 marzo 2006.

Cordula Nitsch, che fa parte dello staff del Centro di ricerca lingue della stessa Università di Bolzano, ha lavorato al progetto multidisciplinare “Multilingualbrain” , una ricerca dettagliata sulle basi neuronali che consentono al cervello di processare le lingue. Multilingualbrain ha il pregio di avere sempre cercato di collegare i risultati delle neuroscienze con quelli della ricerca linguistica.

Ma come può essere raffigurato un cervello multilingue? Le immagini che Cordula Nitsch ha proposto per illustrare come si attivano le aree del cervello multilingue sono quelle colorate in rosso e arancione:

lingua 1    Attivazione di L2    Attivazione di L3
Attivazione L1        Attivazione L2        Attivazione L3

I risultati delle indagini mostrano poi, ha spiegato Cordula Nitsch, che nei parlanti plurilingui precoci le aree di attivazione delle zone deputate nel cervello a processare le lingue si sovrappongono molto piu’ che nei parlanti plurilingui tardivi.

Sembra essere un bel vantaggio per chi impara più lingue fin da molto piccolo.
Anche se questo non è il solo parametro su cui concentrarsi: Cordula Nitsch ha spiegato che il focus della ricerca è sul modo di acquisizione delle lingue, spontaneo o scolastico, simultaneo o successivo.

L’immersione linguistica in Alto Adige

Giovedì, Marzo 9th, 2006

Progettare scuole ad immersione linguistica in provincia di Bolzano non significa mettere in discussione il sistema scolastico disegnato dall’articolo 19 dello Statuto di Autonomia.

L’Alto Adige prevede tre tipi di scuole distinti, le scuole in lingua italiana, quelle in lingua tedesca e le scuole paritetiche delle località ladine.
Solo nelle località ladine è previsto un insegnamento equamente suddiviso in italiano e tedesco, le altre scuole prescrivono un insegnamento nella lingua materna degli alunni , impartito da docenti per i quali tale lingua è  quella materna. Naturalmente, l’insegnamento della seconda lingua è obbligatorio.

Cosi’ concepito, a Bolzano, l’insegnamento della seconda lingua occupa il tempo di una materia.

Ma che dire se si progettasse di veicolare le materie proprio in seconda lingua? Il tempo aumenterebbe considerevolmente.

In questa direzione va il progetto CLIL denominato “Scuola trilingue”, presentato in dettaglio da Rosetta Fronza alla tavola rotonda organizzata dall’Osservatorio parlamentare altoatesino il 2 marzo 2006 a Bolzano.
Il CLIL rappresenta un buon approccio, ma naturalmente il tempo  per la seconda lingua puo’ aumentare ancora, semplicemente estendendo il progetto a un vero e proprio percorso di immersione linguistica.

Il sistema scolastico dell'Alto adige nella prospettiva dell'immersione linguistica

Il vantaggio dell’immersione linguistica sta nel fatto che, in questo modo, la scuola puo’ ricreare al proprio interno un contesto d’uso della seconda lingua, là dove socialmente questo uso non c’e’.
I risultati deludenti degli studenti italiani dell’Alto Adige, indicati dallo studio di Chiara Vettori, fanno pensare che l’immersione linguistica sia la migliore soluzione per l’apprendimento delle lingue nelle scuole italiane in Alto Adige.

Quattro soggetti per una scuola ad immersione

Mercoledì, Marzo 8th, 2006

La mia proposta per rendere efficace l’insegnamento del tedesco-seconda lingua nelle scuole italiane della provincia di Bolzano è l’immersione linguistica.
L’immersione prevede di sostituire all’insegnamento della seconda lingua come oggetto di studio la trattazione in seconda lingua di materie o di parti di materie. Un esempio: geografia, storia, matematica, scienze, educazione fisica potrebbero essere svolte tutte in tedesco all’interno delle scuole italiane. Ma è solo un esempio.
Con l’immersione la seconda lingua, da oggetto di studio diventa, dunque, veicolo di apprendimento.

Perchè una proposta di innovazione tanto radicale, alla tavola rotonda “Il bilinguismo reale fra scuola e società”, organizzato dall’osservatorio parlamentare altoatesino?  Direi proprio perchè la ricerca ha mostrato che il problema di Bolzano è la mancanza di un contesto d’uso della seconda lingua. Ognuno legittimamente parla la lingua propria in Alto Adige, ma quando ci si incontra fra italiani e tedeschi, in genere, si finisce con il parlare sempre italiano. Questo è un fatto, un dato sociolinguistico generale, non un dato soggettivo e non è indice di maggiore o minore disponibilità.

Dove le cose funzionano in questo modo, una buona soluzione consiste nel creare un contesto d’uso della seconda lingua direttamente nella scuola, proprio considerando che la società non lo offre. Trattando le materie in seconda lingua, la scuola italiana proporrebbe una grande occasione per usare davvero il tedesco e  potrebbe aiutare la società a modificare determinati comportamenti. Alla società resta il compito di modificare determinati atteggiamenti della politica.

4 soggetti

Tutto questo esemplifica un tipo di interrelazione fra scuola e società  ma anche con il mondo della ricerca e il mondo della politica. Solo se tutti i quattro soggetti - società, scuola, ricerca e politica -  lavoreranno su una base comune e troveranno un accordo, la scuola ad immersione potrà essere realizzata a Bolzano.
Determinanti in questo processo saranno comunque i genitori e le loro richieste convinte.

Enrico Hell

Il bilinguismo reale fra Scuola e Società

Martedì, Marzo 7th, 2006

La tavola rotonda Il bilinguismo reale fra Scuola e Società, è il primo dei dibattiti annunciati dopo che sono stati pubblicati i risultati delle ricerche dell’ASTAT e di Chiara Vettori. L’incontro del 2 marzo 2006 è stato organizzato dall’Osservatorio Parlamentare Altoatesino in collaborazione con l’associazione Area, con l’intervento di:

  • Alessandro Urzì, membro della I Commissione legislativa provinciale “Scuola e Cultura” e consigliere provinciale di An;
  • Franco Kettmeir, dell’associazione “Convivia”;
  • Enrico Hell, già presidente della associazione “Genitori per il bilinguismo”
  • Rosetta Infelise Fronza, responsabile del “Progetto Scuola Trilingue” dell’Istituto pedagogico in lingua italiana;
  • Verena Debiasi, ricercatrice II lingua della Sovrintendenza scolastica italiana,

Moderatirice è stata Antonella Biancofiore, dirigente dell’Istituto paritario “Marcelline” di Bolzano.

Il tavolo dei relatori

Il confronto è partito dalla considerazione che il deficit di bilinguismo della popolazione di lingua italiana della provincia di Bolzano permane, nonostante lo sviluppo di sperimentazioni nell’ambito della scuola. Le sperimentazioni, infatti, sembrano non trovare terreno fertile nella società, dove la rigida separazione fra i gruppi non favorisce la crescita di una cultura del plurilinguismo e della dialettica interculturale. Società, scuola, politica e mondo della ricerca mostrano dunque anche qui la loro interdipendenza.

Le domande di fondo, su cui si è discusso a lungo, sono riconducibili alle seguenti:

  • Quali limiti ha dettato la politica allo sviluppo della società plurilingue?
  • quali i limiti della scuola?
  • quali i confini che la società pone alla crescita di un sentimento di interculturalità in provincia di Bolzano?