Archive for Marzo, 2008

Risoluzione del parlamento europeo: Efficaci programmi di immersione linguistica

Domenica, Marzo 30th, 2008

Nella risoluzione del Parlamento Europeo A6-0074/2006 sulla promozione del multilinguismo e dell’apprendimento delle lingue nell’Unione europea, che si occupa in particolare dell’indicatore europeo di competenza linguistica, risoluzione approvata in Commissione per la cultura e l’istruzione il 21.3.2006 e in Parlamento il 27 aprile 2006, si legge:

Il Parlamento Europeo

(…)

7. invita gli Stati membri a partecipare attivamente al processo attuativo e di elaborazione dell’indicatore e a dare nuovo impulso all’insegnamento delle lingue, anche mediante efficaci programmi di immersione linguistica;

(…)

Relatore in Commisisone : Manolis Mavrommatis

Manolis Mavrommatis
Manolis Mavrommatis

Il riferimento ai programmi di immersione linguistica e’ netto e chiaro.
Il documento completo nella sua redazione definitiva puo’ essere scaricato qui: P6_TA(2006)0184.

Si’ all’immersione nelle scuole italiane

Venerdì, Marzo 28th, 2008

Siegfried Brugger
Siegfried Brugger - foto tratta dall’archivio SVP

In un’intervista al quotidiano Alto Adige, consultabile integralmente qui, l’onorevole Siegfried Brugger della SVP ha affermato di considerare possibile per la scuola italiana della provincia di Bolzano una qualche forma di sperimentazione di scuola bilingue, di tipo immersivo.

I punti centrali del suo ragionamento sono i seguenti:

1) La scuola in lingua tedesca e’ una scuola per la minoranza linguistica che ha come compito principale l’insegnamento della madrelingua e non va modificata.

2) Troppi studenti di lingua madre diversa nelle scuole tedesche (per esempio un terzo di italiani e un terzo di stranieri) snaturerebbero la scuola tedesca stessa rispetto al suo compito di insegnare la madrelingua alla minoranza.

3) Quindi è auspicabile che il problema dell’apprendimento del tedesco venga risolto dalla scuola italiana consentendole libertà di azione sperimentale.

4) Politicamente questo toglierebbe l’alibi che il mancato apprendimento del tedesco da parte degli italiani di Bolzano sia causato da una chiusura dell’SVP.

5) Una buona scuola italiana, sperimentalmente plurilingue, sarebbe inoltre uno stimolo “di mercato” all’innalzamento della qualita’ della stessa scuola tedesca.

Cinque punti in sequenza, quelli di Brugger, che hanno alla base una semplice considerazione: il sistema delle scuole separate per gruppo linguistico sta implodendo perchè le iscrizioni degli italiani nelle scuole tedesche sono fuori controllo (l’allarme era gia’ stato lanciato da Ellecosta nelle scorse settimane).
Il solo modo per difendere il sistema delle scuole separate da un collasso interno è concedere l’immersione linguistica alle scuole italiane.
Non farlo oggi significa mettere in difficolta’ la scuola tedesca nella sua funzione di scuola di madrelingua per la minoranza sudtirolese.
Farlo significa stimolare la scuola tedesca a specializzarsi sempre di piu’ come scuola di madrelingua.

L’intervista a Brugger sul quotidiano Alto Adige integra alcune dichiarazioni rilasciate al quotidiano Dolomiten di ieri (27/3/2008) da Brugger stesso, e da altri esponeti SVP, fra i quali l’oppositore Zeller, che continua a proporre una interpretazione letterale dell’articolo 19 dello Statuto di autonomia secondo la quale ogni forma di insegnamento veicolare delle lingue sarebbe espressamente vietato (per approfondire la posizione di Zeller, si veda una sua intervista del quotidiano Alto Adige del 22/9/2007).

Tra le prime reazioni politiche, quelle dei partiti del Centro destra, visibili qui.
Un commento al modo in cui l’informazione e’ stata data dal quotidiano Dolomiten si trova qui.

L’Universita’ di Bolzano cambia Rettore

Martedì, Marzo 25th, 2008

Rita Franceschini

Rita Franceschini, attuale Rettore della Libera Universita’ di Bolzano non e’ stata riconfermata nell’incarico. Cosi’ a settembre 2008, dopo una selezione internazionale, a Bolzano si insediera’ un nuovo rettore.

Il quotidiano Alto Adige, che in passato aveva usato toni anche aspri nei suoi confronti, nel dare la notizia commenta in questo modo:
“Svizzera, linguista, perfetta conoscitrice dell’italiano e del tedesco. Rita Franceschini sembrava la persona ideale per affrontare il tema del bilinguismo in Alto Adige. Le è stata affidata anche la direzione del Centro lingue dell’ateneo. Ma alla fine troppo spesso si è sottratta al dibattito pubblico: per molti un’occasione persa.”

Ma davvero Rita Franceschini si è tanto sottratta al dibattito pubblico sul tema del plurilinguismo?

A ma non sembra, almeno stando a una intervista a tutto tondo da lei concessa allo stesso quotidiano Alto Adige il 2 ottobre 2007.
Eccone alcuni punti salienti:

Il veto Svp a percorsi differenziati nell’apprendimento della seconda lingua per la scuola italiana e per quella tedesca, nasce da valutazioni tecniche, non politiche. La prima: se si rende troppo appetibile la scuola italiana c’è il rischio di mettere fuorigioco quella tedesca. La seconda: apprendimento precoce della seconda lingua, immersione, uso veicolare della seconda lingua, minano le competenze linguistiche nella propria madrelingua e, di riflesso, l’identità dei gruppi etnici. Vero o falso? Partiamo dall’ultimo.
Rita Franceschini«La risposta è semplice. Non è vero. Non lo è dal punto di vista tecnico-linguistico e non lo è, più in generale dal punto di vista identitario. Non c’è alcuna compromissione dell’acquisizione di competenze nella propria madrelingua. Goethe diceva che più si sa di un’altra lingua, più si sa della propria. Il plurilinguismo è un’opportunità straordinaria, come ha capito già da tempo il mondo dell’economia».

E per quanto riguarda l’adozione di un unico modello per le scuole italiane e tedesche, in modo da evitare il rischio di maggiore o minore attrattività dell’offerta della scuola di un gruppo rispetto all’altro?
Rita Franceschini«Ritengo sia sbagliato. Sono favorevole alla diversificazione dei modelli. La tendenza, anche in campo europeo, è quella ad ampliare le proposte formative, a moltiplicare l’offerta. E non ci vedo nulla di scandaloso. Posto che non esiste un modello valido per tutti, e che per questo i modelli devono essere dunque diversi e diversificati, l’unica cosa certa è che l’omologazione non è più possibile. Questo è quello che posso dire io dal punto di vista tecnico-conoscitivo, chiaro poi che sta ad altri attori individuare e proporre i modelli».

Il nuovo disegno di legge prevede anche lo stop all’uso veicolare della seconda lingua. Se si fanno lezioni di storia in tedesco, il voto deve essere di tedesco e non di storia. Cosa ne pensa?
Rita Franceschini«Il modello di insegnamento diversificato adottato dalla nostra università credo abbia dimostrato di funzionare. E anche bene. Se ha dato buoni risultati con i nostri studenti, perchè mai dovrebbe nuocere nelle classi precedenti? Se fosse anticipato anche solo di un anno noi come Lub saremmo contenti, ci troveremmo infatti a lavorare con studenti più preparati. (…) Una società come quella altoatesina, cioè un contesto plurilinguistico, ha ovviamente un potenziale enorme, questo è fuori discussione. Per esprimerlo bisogna adottare però scelte coerenti che vadano verso un miglior radicamento plurilinguistico. Valorizzarlo significa questo».

Oggi la situazione è che ci sono quartieri di Bolzano dove si può passare una vita intera senza parlare una parola di tedesco, mentre nei piccolo centri della valli accade il contrario.
Rita Franceschini«Quella altoatesina è una società che ha solo frange di multilinguismo, di questo bisogna prendere atto. Ma non sarà l’onorevole Zeller a determinare cosa accadrà nei prossimi anni e l’eventuale modifica dello status quo. Saranno i genitori l’elemento trainante, la forza che, se mai, spingerà verso una maggiore apertura e verso il cambiamento».

L’anomalia è che la politica non riesce a rispondere ad una richiesta nuova, e che parte dal basso, di maggiore multilinguismo. Del resto, lo Statuto è stato concepito per costruire due società parallele con pochi punti di contatto.
Rita Franceschini«Io non ho la pillola contro la paura».

Bastano queste poche righe per mostrare che Rita Franceschini alla fine di cose ne ha dette e in maniera tanto chiara che il dibattito sl bilinguismo Alto Adige non potrà in futuro non tenerne conto.
Argomenti di ben diversa consistenza rispetto a quelli usati dalla stessa Rita Franceschini nel 2003, alla sua prima intervista a Bolzano al quotidiano Alto Adige, che allora le aveva chiesto un parere sull’insegnamento precoce dell’italiano nelle scuole tedesche: «Si fa in tutta Europa ma non si sa quanto sia efficace». E poi, di seguito: «Non è vero che tanto prima, tanto meglio: anche da adulti si possono imparare bene le lingue straniere». «Il sistema scolastico è delicato come una piantina, per questo nei prossimi due o tre anni ascolterò con attenzione ma non dirò nulla sull’argomento».
Dal 2003 di anni ne sono passati cinque, Rita Franceschini ha rotto il silenzio e questo solo pochi mesi prima di lasciare il suo incarico.

Il testo completo dell’intervista di Rita Franceschini al quotidiano Alto Adige del 2 ottobre 2007 e’ ricopiato a questo link.
Il testo completo dell’intervista di Rita Franceschini al quotidiano Alto Adige del 3 dicembre 2003 e’ ricopiato a quest’altro link.

Rita Franceschini e’ membro del Gruppo di alto livello per il multilinguismo della Commissione europea, che nel 2007 ha prodotto questo importante rapporto finale.

Bambini italiani nelle scuole tedesche di Bolzano

Venerdì, Marzo 14th, 2008

Sui quotidiani di ieri, 13 marzo 2008, è stato dato ampio spazio alla notizia che la SVP di Bolzano sta completando una indagine sulle conoscenze linguistiche dei bambini iscritti nelle scuole dell’infanzia tedesche. Stando a quanto dichiara il promotore dell’iniziativa, Oswald Ellecosta, è necessario verificare se i bambini italiani causino o meno disagi alla normale attività didattica delle scuole tedesche, come lamenterebbero molti genitori, e poi agire di conseguenza, limitando in qualche modo le iscrizioni..

Una iniziativa questa criticata un po’ da tutti in provincia di Bolzano e, dal mio punto di vista, addirittura immotivata. Infatti l’ipotesi di alunni che, non possedendo adeguata conoscenza della lingua di insegnamento della scuola, ne compromettano il funzionamento è già prevista e regolamentata, dal 1988, da una norma di attuazione dello Statuto di autonomia, il DPR 15 luglio 1988, n.301, che prevede in tale contesto una valutazione preliminare da parte del Comitato di scuola materna, su proposta dell’insegnante e sentiti i genitori. Per brutta e poco condivisibile che sia, questa è una norma che esiste e rimanda la decisione a un preciso organismo, prevedendo nel contempo anche la possibilità di ricorso giurisdizionale a garanzia dei genitori.

Ellecosta quindi non ha motivo di raccogliere lamentele di genitori nei confronti di bambini italiani: dovrebbe invitare invece tutti a rivolgersi ai rispettivi insegnanti, ai quali soltanto spetta di richiedere l’intervento del Comitato e questo nella sola ipotesi di compromessa efficienza della scuola.
Il punto centrale, infatti , è questo: le norme di attuazione riconoscono esplicitamente il diritto dei genitori di scegliere liberamente la scuola di iscrizione dei loro figli ma limitano tale diritto al caso (del tutto eccezionale e da verificare di volta in volta) che ciò impedisca alla scuola di funzionare. Il focus è sul funzionamento, non su altri caratteri. Per questo, ribaltando la prospettiva, mi sento di affermare che una scuola può funzionare in modo estremamente efficace anche indipendentemente dalla madrelingua degli alunni. La partita di come funziona una scuola, insomma, si gioca sul piano della didattica, laddove puo’ essere del tutto superfluo decidere se una scuola sia quella giusta per un bambino solo a partire dalle sue conoscenze linguistiche iniziali.

Io uso chiamare “scuola ad immersione” l’approccio didattico che accetta chi non parla a casa la lingua della scuola e gliela insegna proprio a scuola, attraverso la normale attivitá didattica. Una scuola ad immersione è la sola risposta condivisa che la politica può dare al cittadino che pone la questione di un futuro plurilingue.

Durnwalder scrive a due ministri

Lunedì, Marzo 3rd, 2008

Il Ministro Linda Lanzillotta
Linda Lanzillotta

L’Ufficio stampa della Provincia di Bolzano, con un breve comunicato, ha dato notizia oggi di una lettera del Presidente della Provincia Durnwalder ai ministri Linda Lanzillotta e Giuseppe Fioroni su un episodio di presunta discriminazione avvenuto lo scorso anno presso la scuola media elementare in lingua tedesca di Villandro.

La presa di posizione di Durnwalder fa seguito a una risposta scritta di Linda Lanzillotta a una interrogazione dell’onorevole di opposizione Michaela Biancofiore: “In quella risposta ci sono affermazioni che la Provincia non condivide”, scrive Durnwalder, in particolare il riferimento alla scuola plurilingue e all’immersione, all’assenza delle quali sarebbe da ricondurre una delle cause dell’episodio. “Il ministro Lanzillotta afferma che la scuola plurilingue non è gradita al partito di maggioranza, ma in realtà - precisa Durnwalder - la scuola plurilingue non è prevista dallo statuto di autonomia, che sancisce invece il principio dell’insegnamento nella madrelingua degli alunni.”

Il testo completo dei due documenti (l’interrogazione di Michaela Biancofiore e la risposta scritta di Linda Lanzillotta) è visibile qui.

Vediamo cosa scrive Michaela Biancofiore:

“In Alto Adige certi episodi possono accadere perché è ancora vietata la così detta «immersione linguistica» ovvero la possibilità di creare scuole miste italiane-tedesche come viceversa è concesso alla minoranza ladina

E Linda Lanzillotta risponde nel modo seguente:

(1) Per quanto concerne, poi, l’ordinamento della scuola nella Provincia di Bolzano si ritiene opportuno evidenziare che l’articolo 19 dello Statuto della Provincia di Bolzano, decreto del Presidente della Repubblica n. 670 del 2002 prevede che l’insegnamento nelle scuole materne, elementari e secondarie, sia impartito nella lingua materna italiana o tedesca degli alunni da docenti per i quali tale lingua sia ugualmente quella materna.
(2.1) In Alto Adige, quindi, da decenni esistono tre distinti tipi di scuole: quelle in lingua italiana, in lingua tedesca e le scuole paritetiche delle località ladine. La creazione di un nuovo tipo di scuola plurilingue richiederebbe la modifica dello Statuto di Autonomia , (2.2) anche se da qualche anno si discute della possibilità di istituire un modello di immersione linguistica (in sostanza una scuola ove vi sia la possibilità di insegnare sia in italiano che in tedesco, a seconda delle materie) per promuovere l’integrazione degli alunni dei tre gruppi linguistici, ipotesi non gradita alla Suedtiroler Volskpartei (SVP), il partito tedesco di maggioranza assoluta.

Dunque il Ministro (a differenza di Michaela Biancofiore, che confonde immersione linguistica con scuole miste italiane/tedesche) mostra di conoscere benissimo quanto lo Statuto di autonomia prevede e quanto vieta. Sottolinea infatti che l’eventuale creazione di una scuola mista, alternativa all’attuale modello delle scuole separate per gruppo linguistico, non è attuabile senza una modifica dello Statuto (punto 2.1) e nel contempo afferma che l’immersione linguistica è una “possibilità” (da qualche anno allo studio in Alto Adige) (punto 2.2).

E’ l’immersione linguistica ad essere giudicata possibile ancorchè “non gradita alla SVP” (comunque non vietata dallo Statuto), non l’idea della scuola mista, che il Ministro stesso giudica non conforme alle norme (ma altro rispetto all’immersione).

Ognuno assuma la proprie responsabilitá, sembra potersi leggere tra le righe del testo licenziato dal Ministro: chi non gradisce l’immersione linguistica dica semplicemente che non la gradisce, non dica che è cosa vietata, visto che lo Statuto di autonomia vieta altro.

Un’ ottima risposta e giuridicamente ineccepibile quella di Linda Lanzillotta, indipendentemente dal fatto che Durnwalder condivida o non condivida.

Da parte sua Durnwalder non puo’, pero’, continuare a confondere i termini della questione, che in breve sintetizzo: la richiesta di una scuola ad immersione è diversa dalla richiesta della scuola mista, nasce dalla gente e si colloca dentro l’attuale sistema scolastico.

Nessuno puo’ ancora fingere di non avere chiaro questo, quando parla di scuola in Alto Adige.