Tommasini dice: “l’immersione è un concetto superato”

Agosto 29th, 2009

A sorpresa, sul quotidiano Alto Adige del  25 luglio 2009, compare una presa di posizione del Vicepresidente della provincia di Bolzano Christian Tommasini del tutto contraria all’immersione linguistica.

Si legge sul quotidiano: “Tommasini, che ieri è andato alle Collodi di Ora per presentare la nuova classe (13 iscritti) con il Sovrintendente sostituto Claudio Vidoni e la dirigente dell’Istituto comprensivo della Bassa Atesina Elisabetta Manzio ne approfitta per precisare «questa non è l’immersione, concetto superato»”

Perchè mai Tommasini consideri l’immersione linguistica un concetto superato non è spiegato nel contesto dell’articolo scaricabile qui o leggibile in formato testo di seguito:

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ALTO ADIGE (25 luglio 2009, pagina 13)
I genitori l’hanno voluta all’unanimità: a settembre partirà la sezione bilingue alla scuola elementare «Collodi» di Ora. L’unica prima classe della scuola italiana di Ora sarà dunque organizzata con l’insegnamento veicolare. A Laghetti le sezioni bilingui passeranno da una a due. Ma le novità si fermano qui: 20 sezioni bilingui in 40 scuole in tutto l’Alto Adige. Questo l’elenco: elementari Longon e Manzoni a Bolzano, San Giacomo, Egna, Laghetti, Brunico. Salta agli occhi il vuoto di Merano e Bressanone, mentre la Bassa Atesina si conferma un laboratorio sociale oltre che linguistico. Eppure è arrivata un anno fa la legge provinciale che supera la fase delle sperimentazioni e lascia mano libera alle scuole, che possono accogliere le richieste dei genitori.  «Speriamo che siano sempre di più le famiglie che spingeranno per avere sezioni bilingui», è l’augurio dell’assessore Christian Tommasini, che ieri è andato alle Collodi di Ora per presentare la nuova classe (13 iscritti) con il sovrintendente sostituto Claudio Vidoni e la dirigente dell’Istituto comprensivo della Bassa Atesina Elisabetta Manzio.  Tommasini ne approfitta per precisare «questa non è l’immersione, concetto superato» e per riassumere gli impegni dell’assessorato. Più risorse alle materne per il tempo prolungato con insegnanti di tedesco; sostegno ai progetti di sezioni bilingui alle elementari, spinta sull’insegnamento veicolare alle medie e sugli scambi scolastici alle superiori, in attesa della riforma Gelmini che introdurrà l’insegnamento veicolare in due lingue oltre l’italiano. Tornando alle elementari, Tommasini rivendica: «La politica ha fatto: la legge c’è e sosteniamo i progetti. Adesso la spinta deve arrivare dal basso». Perché sono le famiglie che da sempre, ricorda Vidoni, hanno «costretto» la politica a prendere atto della voglia di bilinguismo. Così a Ora, ribadisce Elisabetta Manzio, «questa nuova sezione è nata perché i genitori dei bambini che si sarebbero iscritti in prima elementare hanno chiesto l’insegnamento veicolare. C’è stata l’unanimità». Senza consenso delle famiglie infatti non può nascere nulla e le sezioni bilingui devono essere approvate dal collegio docenti e dal consiglio di istituto. Ci sono state in passato resistenze tra gli insegnanti italiani, che temono la perdita di posti di lavoro. Tommasini tranquillizza: «La scuola italiana è in crescita, i posti di lavoro sono in aumento, non in diminuzione». Dalle materne alle superiori, la scuola italiana nel prossimo anno scolastico conterà su 17.505 iscritti, 387 in più rispetto all’anno appena concluso.  La Sovrintendenza assicura all’istituto comprensivo della Bassa atesina un insegnante in più per le sezioni bilingui. Ma la Provincia sarebbe disposta a sostenere una scuola bilingue diffusa in tutto l’Alto Adige? Tommasini: «Il mio impegno per i prossimi due anni è una sezione bilingue in ogni Comune della Bassa Atesina. In prospettiva, in ogni scuola deve partire almeno una sezione bilingue». La sfida deve essere andare a verificare. «Non può fare tutto la scuola e nemmeno la politica. Servono la cultura, le associazioni, le famiglie»

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Ecco il link al comunicato del’Ufficio stampa della provincia di Bolzano su questo tema dove Tommasini ribadisce la sua distanza dalla metodologia dell’immersione linguistica.

Vidoni, Tommasini e Manzio in conferenza stampa contro l'immersione linguistica
Tommasini, Vidoni e Manzio in conferenza stampa.

Nominata la “Commissione dei Sei”

Agosto 4th, 2009

Finalmente è stata nominata dal governo la nuova “Commissione dei Sei”, quella che dovrà licenziare anche la norma che prevede una pluralità di certificazioni linguistiche, altre al patentino a tutt’oggi previsto come certificazione unica a Bolzano.

Maria Luisa Gnecchi
A fine giugno 2009 l’onorevole Maria Luisa Gnecchi aveva proposto una interrogazione a risposta scritta al governo sui ritardi di queste nomine. Eccone il testo:

Interrogazione a risposta scritta 25-06-2009, sui motivi che impediscono la promulgazione della norma già elaborata e licenziata dalla commissione paritetica Stato-provincia autonoma del Trentino Alto Adige sul «patentino» previsto per l’accesso al pubblico impiego e per la progressione di carriera. Maria Luisa Gnecchi Numero: 403363

Al Ministro per i rapporti con le regioni. - Per sapere - premesso che:
il decreto del Presidente della Repubblica n. 670 del 1972, Approvazione del testo unico delle leggi costituzionali concernenti lo statuto speciale per il Trentino-Alto Adige, prevede una commissione paritetica Stato-provincia autonoma per elaborare le disposizioni di attuazione previste dalla norma costituzionale;
tali norme di attuazione vengono elaborate dalla «commissione dei sei», qualora si tratti di competenze della provincia autonoma di Bolzano, quando, invece, le norme di attuazione concernono competenze di entrambe le province (Bolzano e Trento) o della Regione Trentino-Alto Adige, allora è la commissione dei dodici ad elaborarle. Le proposte delle commissioni, qualora accettate dal Governo, entrano in vigore con decreto del Presidente della Repubblica o con decreto legislativo;
la commissione dei sei è composta da tre membri nominati dalla Provincia autonoma di Bolzano e dal Consiglio regionale e da tre membri nominati dal Governo;
il consiglio della Provincia autonoma di Bolzano e il Consiglio regionale hanno eletto i componenti di propria competenza già in febbraio 2009, ma a causa delle mancate nomine da parte del Governo le commissioni paritetiche non hanno ancora iniziato i propri lavori;
già nei primi mesi del 2008 la commissione dei sei della provincia di Bolzano aveva elaborato un elenco di titoli equipollenti all’attestato per la conoscenza delle due e tre lingue, cosiddetto «patentino» previsto per l’accesso al pubblico impiego e per la progressione di carriera di chi è già in servizio (decreto del Presidente della Repubblica n. 752 del 1976);
tale elenco di equipollenza si era reso necessario al fine di ottemperare alla sentenza della Corte di giustizia europea del 6 giugno 2000 nella causa n. 281/98 che dava ragione al cittadino europeo Roman Angonese, che non era stato ammesso alla partecipazione ad un concorso per assunzione presso la cassa di risparmio di Bolzano, pur essendo perfettamente bilingue ma non in possesso dell’attestato di bilinguismo (italiano-tedesco) rilasciato dalla relativa commissione d’esame che rilascia gli attestati di bilinguismo in provincia di Bolzano;
va anche sottolineato che ammettere vari titoli per riconoscere la conoscenza della lingua italiana e tedesca permetterebbe una possibilità di risparmio di risorse umane nella pubblica amministrazione di Bolzano riducendo il lavoro delle commissioni, questo dovrebbe suscitare l’interesse e quindi il sostegno anche del Ministro Brunetta;
ultimamente, tra la domanda di partecipazione all’esame per il conseguimento del cosiddetto patentino e la possibilità di sostenerlo passano anche 7/8 mesi e ciò penalizza l’accesso al lavoro di coloro che potrebbero far valere già il possesso di un titolo o di un criterio di equipollenza di conoscenza delle due lingue, così come individuati nell’elenco predisposto dalla precedente commissione dei sei, nominata dal Governo Prodi, che aveva svolto un significativo lavoro di indagine e valutazione, nonché di mediazione tra le diverse idee;
l’accordo trovato rispondeva finalmente alla sentenza della Corte di giustizia europea oltre ad una pressante richiesta da parte di tanti cittadini -:
quali siano i motivi che impediscono la promulgazione della norma già elaborata e licenziata dalla precedente commissione dei Sei.

Obiettivo Bilinguismo

Luglio 18th, 2009

L’immersione linguistica in Catalogna, in un documento filmato del 1996.

Catalogna

Obiettivo bilinguismo

Leonard Orban a Bolzano

Giugno 15th, 2009

In una lezione magistrale, tenuta oggi all’università di Bolzano, Leonard Orban, commissario europeo per il multilinguismo, non ha esitato a collocare il multilinguismo direttamente al centro del progetto europeo: “le lingue riflettono le nostre diverse culture e identità e, al tempo stesso, consentono di comprenderci a vicenda” – ha affermato Orban – sottolineando che i cittadini europei che parlano più lingue possono integrarsi più facilmente nei diversi paesi, se vi soggiornano per motivi di studio o per lavoro. Una prospettiva quella di Orban che lega strettamente il multilinguismo al pieno ed effettivo godimento dei diritti della cittadinanza europea. Detto da un’aula della libera Università, tutto questo non può che stimolare Bolzano ad intraprendere azioni positive nel campo dell’educazione linguistica. La prospettiva anche in Alto Adige è proprio quella delineata da Orban e cioè che il plurilinguismo consente di rendere effettivio e completo il godimento dei diritti di cittadinanza di ogni sudtirolese oltre che in Europa anche nella nella propria  provincia di origine.

Un punto di partenza basilare per una azione efficace sull’apprendimento delle lingue consiste nel definire un modello di scuola che sia realmente capace, a differenza di quanto succede oggi, di fornire a ogni studente una conoscenza adeguata di tutte le lingue parlate sul territorio. Da questo punto di vista è del tutto opportuno e positivo l’invito di questi giorni di Florian Mussner, Assessore alla scuola ladina, a studiare il modello scolastico plurilingue ladino, in modo che tutte le scuole della provincia ne possano trarre elementi di miglioramento sul piano della didattica delle lingue.  Florian Mussner parla la stessa lingua di Orban e punta molto a un approccio che privilegi in primo luogo l’incontro e la conoscenze delle diverse culture.

Mussner tuttavia non mette in secondo piano il diritto di ogni gruppo linguistico ad una propria scuola, spezza una lancia a favore della scuola ladina e lancia un invito che dovrebbe essere raccolto da tutti con una certa urgenza. Come conciliare dunque il modello ladino di scuola plurilingue con il diritto di ogni gruppo linguistico ad una propria scuola? Probabilmente la risposta sta all’interno delle diverse strutture scolastiche, italiane e tedesche, che dovrebbero attivare una serie di scambi e contatti che porti ogni alunno a frequentare i diversi ambienti linguistici e a conoscere in prima persona le scuole vicine. Anche una azione di conoscenza personale maggiore degli insegnanti delle scuole di lingua diversa potrebbe essere utile e positiva.  Essenziale è però in primo luogo pianificare lezioni da svolgere direttamente in seconda lingua o in lingua straniera, cosi’ come fa la libera Università nei suoi corsi di laurea a Bolzano, secondo il principio dell’uso veicolare delle lingue. Si tratta in definitiva di progettare insegnamenti in una lingua diversa da quella della scuola in modo che siano i contenuti delle materie a veicolare la lingua. Serve sempre meno studiare le lingue come materie a se stanti e sempre piu’ studiare le lingue attraverso le materie non linguistiche.

Questo punto di vista si sta diffondendo progressivamente in tutta Europa e trova riscontro positivo anche in Italia. Proprio nelle scorse settimane – e questa è una novità importante - uno schema di decreto del Ministro dell’istruzione Gelmini sulla formazione iniziale degli insegnanti ha incluso in uno specifico articolo la figura professionale dell’ insegnante di una disciplina non linguistica in lingua straniera”.

Questo significa che a Roma si sta già pensando per tutta Italia alla formazione di insegnanti capaci di insegnare le loro materie in una lingua diversa da quella della scuola. Bolzano dovrebbe fare lo stesso, e potrebbe farlo in tempi rapidi proprio guardando all’ esperienza della scuola multilingue ladina. Quando lo schema di decreto del ministro Gelmini sarà approvato in via definitiva, Bolzano dovrebbe essere pronta a recepirlo senza indugio, almeno per la parte che prevede insegnamenti di discipline non linguistiche in lingua straniera, vale a dire, facendo propria la prospettiva europea di questo decreto.

L’insegnante di una disciplina non linguistica in lingua straniera

Giugno 6th, 2009

Giorgio Israel, coordinatore del gruppo di lavoro sulla formazione degli insegnanti

Lo schema di decreto del Ministro dell’istruzione, dell’Università e della Ricerca, sulla formazione iniziale del personale docente all’articolo 15 prevede una nuova specializzazione, quella di “Insegnante di una disciplina non linguistica in lingua straniera”.
Ecco il testo dell’articolo:

ART. 15
(Percorsi di formazione per il conseguimento della specializzazione per l’insegnamento di una disciplina non linguistica in lingua straniera)
1. Fino all’introduzione di specifiche classi di abilitazione e dei relativi percorsi di laurea, la formazione dei docenti per l’insegnamento di una disciplina non linguistica in lingua straniera è di esclusiva competenza delle università.
2. Le università, nei propri regolamenti didattici di ateneo, disciplinano corsi di perfezionamento per l’insegnamento di una disciplina non linguistica in lingua straniera. Ai predetti corsi accedono gli insegnanti abilitati.
3. I percorsi formativi di cui al comma 2 sono articolati per la scuola secondaria di secondo grado e prevedono l’acquisizione di almeno 60 crediti formativi comprensivi di un tirocinio di almeno 300 ore pari a 12 crediti formativi
universitari.
4. Per garantire uniformità tra i predetti corsi, le università si adeguano ai criteri stabiliti dal Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca con proprio decreto, sentito il Consiglio universitario nazionale.
5. A conclusione del corso, al candidato che supera con esito favorevole l’esame finale è rilasciato il certificato attestante le acquisite competenze per l’insegnamento di una disciplina non linguistica in lingua straniera.

Tutto questo significa che al Ministero stanno pensando ad insegnanti capaci di insegnare le loro materie in una lingua diversa da quella della scuola, mentre a Bolzano sono almeno quindici anni che Durnwalder e la sua Giunta provinciale si oppongono a una tale idea di insegnamento. Se lo schema di decreto diventerà definitivamente decreto, cosa metterà in campo la Provincia di Bolzano? Si opporrà? Farà resistenza ad oltranza perchè non sia così?

A Bolzano in questi mesi sembra che il solo problema della scuola italiana sia quello degli assetti ai vertici. Invece i problemi sono molti e la questione primaria è la progettazione di una scuola capace di fare apprendere le lingue attraverso insegnamenti non linguistici. Questo è quello che il Ministero si appresta a fare e da cui la provincia di Bolzano è ancora lontana.

Lo schema di decreto sulla formazione iniziale si basa sui documenti del gruppo di lavoro per la formazione degli insegnanti coordinato da Giorgio Israel.
Ecco il link al suo blog: http://gisrael.blogspot.com/

Delegazione francese e germanica in visita alle scuole materne ladine

Aprile 2nd, 2009

Una delegazione composta da una trentina di esperti pedagogisti provenienti dall’intera Germania, oltre che dalla regione francese dell’Alsazia, sono stati ospitati oggi (2 aprile) dalla scuola materna “Surëdl” di Selva di Val Gardena. Scopo della visita, quello di studiare il modello scolastico plurilingue delle vallate ladine.

La delegazione accompagnata dalla direttrice Edith Ploner
La delegazione accompagnata dalla direttrice Edith Ploner

Il modello di apprendimento linguistico delle scuole materne delle vallate ladine, dove è previsto l’utilizzo di ladino, italiano e tedesco, è da diversi anni al centro di studi e indagini a livello europeo. Questa volta, per cercare di approfondire la conoscenza di questo innovativo sistema didattico, sono giunti alla scuola materna “Surëdl” di Selva di Val Gardena una trentina di esperti pedagogisti provenienti dall’intera Germania, oltre che dalla regione francese dell’Alsazia.

A catturare la loro attenzione è stato innanzitutto la soluzione scelta per non far perdere ai bambini “l’orientamento linguistico”. “Ogni lingua viene contraddistinta da un colore - spiega la direttrice delle scuole materne ladine Edith Ploner - il giallo per l’italiano, il verde per il ladino e il rosso per il tedesco. Grazie a questo sistema completamente innovativo, le nostre collaboratrici hanno potuto elaborare e sviluppare dei nuovi materiali didattici.

Un aspetto molto importante del nostro approccio linguistico è la flessibilità: “”Uns geht es nicht darum, Kinder mit fremden Kulturen zu konfrontieren, sondern ihnen die bereits vorhandenen drei Kulturen und Sprachen näherzubringen und diese zu ordnen”, chiarisce la direttrice.

La delegazione franco-germanica in visita alla scuola materna di Selva di Val Gardena è rimasta impressionata da come il sistema non funzioni solo in linea teorica, ma anche, e soprattutto, nella pratica. Ancora una volta, dunque, il sistema didattico e scolastico delle vallate ladine si presenta come un modello di riferimento per quei territori caratterizzati da una forte multiculturalità.

Sul tema “lingue a colori” vedi anche questo intervento sul blog.

Vedi anche il testo del comunicato stampa della provincia di Bolzano sull’incontro.

Scuole bilingui nel Trentino

Marzo 27th, 2009

Il consigliere provinciale di Trento Mattia Civico

Il Consiglio della Provincia autonoma di Trento ha approvato all’unanimità una mozione proposta dla consigliere Mattia Civico, sul tema delle scuole plurilingui in Trentino.

Ecco la notizia data dall’Ufficio stampa della provincia di Trento:

“Per la promozione del plurilinguismo nelle scuole primarie e secondarie del Trentino, il Consiglio provinciale ha approvato oggi all’unanimità la proposta di ordine del giorno di Mattia Civico del Pd, in merito al disegno di legge 12 relativo alle norme di semplificazione e anticongiunturali di accompagnamento alla manovra finanziaria provinciale di assestamento per l’anno 2009.

La proposta, firmata anche dai colleghi di gruppo Zeni, Cogo, Dorigatti, Ferrari e Nardelli, parte dalla considerazione che “è sempre più evidente che la conoscenza delle lingue è uno strumento indispensabile per l’accesso alla conoscenza: la maggiore possibilità di viaggiare, di spostarsi, di effettuare esperienze di studio o lavorative all’estero, la maggiore facilità nel reperire o scambiare informazioni mediante l’utilizzo di strumenti multimediali apre ed avvicina spazi importanti alla conoscenza. La chiave di accesso a questo sapere è però in molti casi la padronanza delle lingue straniere.

È noto a tutti che l’Italia è fra gli ultimi Paesi europei in quanto ad apprendimento delle lingue straniere: sarà per una innata capacità a farsi capire in tutte le lingue del mondo con il gestuale e la mimica facciale, sarà perché i maggiori successi li registriamo in altri campi, ma è un dato di fatto che non può registrare un atteggiamento arrendevole. Al contrario deve vederci sempre più impegnati nel colmare questa lacuna.

È una responsabilità che dobbiamo cogliere proprio in quanto territorio di confine e quindi maggiormente chiamato alla conoscenza di ciò che c’è oltre.
Nell’anno scolastico 2005/06 hanno preso avvio due esperienze di “inglese/tedesco diffuso” presso la scuola primaria Sanzio (Istituto Comprensivo Trento 5) e la scuola primaria Comenius di Cognola (Istituto Comprensivo Trento 2). Si introduce la veicolarità (apprendimento di una materia e della lingua straniera attraverso un processo integrato) su alcune discipline del curricolo (geografia / scienze / arte / motoria / musica, oppure in sostituzione, civiltà inglese o tedesca, informatica nelle classi prime per circa un terzo dello stesso); ci si avvale della presenza attiva di un docente di madrelingua in compresenza con l’insegnante titolare della materia (la scuola di Cognola ha effettuato un scambio di docenti con il Land Tirol).

I risultati positivi delle prime due esperienze hanno fatto propendere per l’espansione del progetto, coinvolgendo ad oggi complessivamente 12 Istituti Comprensivi.

Nel maggio 2008 il Dipartimento Istruzione della P.A.T., in collaborazione con l’IPRASE, ha avviato un azione di monitoraggio su tutte le classi seconde delle scuole primarie coinvolte nel progetto.

Dall’analisi dei dati è emerso che all’età di 7 anni i bambini che fanno un uso veicolare della seconda lingua raggiungono livelli di competenza quasi sempre superiori a quelli di bambini di 8, 9 e 10 anni che fanno uno studio tradizionale della lingua.

Si ritiene necessario valorizzare questa esperienza che sta crescendo, che coinvolge insegnanti, bambini con le loro famiglie, per verificare e valorizzare le “buone prassi”, per sostenere e diffondere tali esperienze in maniera omogenea sul territorio provinciale, per elaborare ipotesi progettuali condivise circa il proseguo di tali modalità anche oltre le scuole primarie.

La legge di accompagnamento alla manovra finanziaria provinciale di assestamento per l’anno 2009, contiene una serie di modifiche e integrazioni alla legge provinciale n. 5 del 2006 (legge provinciale sulla scuola), finalizzate a semplificarne e ad agevolarne l’applicazione, sotto vari profili.

Si offre quindi l’occasione per dare alcuni indirizzi alla Giunta provinciale perché, in occasione dell’elaborazione dei programmi e dei progetti formativi vengano adottati idonei interventi per valorizzare la diffusione del bilinguismo, anche sotto il profilo sperimentale.

Per queste ragioni con l’ordine del giorno il Consiglio ha impegnato la Giunta provinciale a

1. a sostenere la diffusione del bilinguismo in tutti gli Istituti Comprensivi della Provincia;

2. a favorire coinvolgimento e sinergie tra i diversi Assessorati al fine di promuovere il multilinguismo sul territorio;

3. a favorire il proseguo della sperimentazione sull’insegnamento della lingua “veicolare” anche oltre la scuola primaria;

4. a proseguire nelle azioni di monitoraggio già attivate, raccogliendo le migliori prassi e favorendo il confronto fra i diversi Istituti attualmente attivi, coinvolgendo opportunamente le famiglie;

5. a supportare azioni destinate al reperimento ed alla formazione in servizio di figure idonee ad una didattica di tipo veicolare;

6. a promuovere un momento pubblico di riflessione e restituzione sulle esperienze in corso;

7. a coinvolgere in ogni fase (progettuale, di verifica in itinere e di restituzione) anche le famiglie;

8. a favorire, nell’ambito delle sperimentazioni sul bilinguismo, esperienze di scambio e gemellaggio fra scuole e famiglie di diverse nazionalità.”

Dichiarazioni programmatiche a confronto

Gennaio 10th, 2009

E’ comparso finalmente in rete il programma di coalizione per la XIV legislatura della nuova Giunta provinciale di Bolzano.

Tento subito un primo sommario confronto con il precedente programma per quanto riguarda le politiche linguistiche, evidenziando in rosso i copia/incolla e in verde i concetti simili espressi in forma leggermente diversa.

Il documento di raffronto si trova in questo file pdf.

In estrema sintesi il mio primo giudizio è questo: uso prevalente del copia incolla (=continuiamo con l’andazzo di prima); molti omissis; alcune precisazioni restrittive; due elementi nuovi: le politiche degli spazi scolastici e il riferimento a modelli innovativi.
Con l’occasione ho aperto  su Facebook  il gruppo Discutiamo le politiche linguistiche della provincia di Bolzano

Il Rauzi-pensiero

Gennaio 7th, 2009

Bruna Rauzi, ex Sovrintendente Scolastica di Bolzano, in pensione da oggi, non ha mancato di esternare il proprio pensiero in una intervista al quotidiano Alto Adige. Ecco i punti salienti del Rauzi-pensiero, per quanto riguarda la scuola bilingue:

“Sovrintendente Rauzi, com’è cambiata la scuola altoatesina in questi anni?
Ci sono stati almeno due momenti storici. Il primo è quello del 1996, con il passaggio delle competenze sulla scuola alla Provincia. Oltre a portare qui le competenze, abbiamo creato una scuola autonoma, precorrendo i tempi sul federalismo. Poi c’è stato il 2000, con la legge sull’autonomia della scuola e dei singoli istituti.
Un’autonomia che secondo alcuni permetterebbe alle singole scuole di partire con l’immersione…
L’apprendimento della seconda lingua è sempre stato il nostro grande problema. Abbiamo continuato a lavorarci. Nel 1994 abbiamo rivisto i programmi di insegnamento che risalivano ancora al 1978. Nel 1996 abbiamo approvato la norma di attuazione. Poi c’è stato l’intermezzo della scuola trilingue. Oggi sono convinta che le ore di seconda lingua nelle scuole elementari e nelle medie sono più che sufficienti. Quello su cui dobbiamo davvero puntare è il bilinguismo precoce. Lo studio sui dieci anni di sperimentazione del bilinguismo precoce negli asili italiani è stato pubblicato proprio in queste settimane e certifica che il metodo funziona. E allora perché non estenderlo a tutte le scuole dell’infanzia?
E l’immersione o, come si dice oggi, l’uso veicolare della seconda lingua?
Le lingue si imparano attraverso le emozioni e le esperienze di vita, non attraverso le materie. Per questo dico che è fondamentale puntare sul bilinguismo precoce, è l’infanzia il periodo chiave per l’apprendimento. Però la scuola non può fare tutto da sola: devono muoversi anche i genitori.”

Sconcertante, in questa intervista, l’idea - tutta di Bruna Rauzi - che sia inessenziale puntare sull’ insegnamento veicolare delle lingue attraverso le materie (CLIL), come oggi si accinge a fare tutta l’Europa, ma che la vera innovazione consista nel lavorare in maniera innovativa soltanto nelle sole scuole dell’infanzia. Se questo è stato il filo conduttore dell’azione di Bruna Rauzi nei sedici anni in cui è stata a capo della scuola italina della provincia di Bolzano, allora si comprende perchè a tutt’oggi non esista ancora a Bolzano una vera scuola bilingue. I divieti della politica sono probabilmente un alibi, in realtà è il mondo della scuola di Bolzano che non ha voluto l’innovazione linguistica.

La norma di attuazione di Tommasini

Gennaio 6th, 2009

Christian Tommasini

Christian Tommasini, nuovo Assessore provinciale all’istruzione di Bolzano, prende posizione con una dichiarazione al quotidiano Alto Adige del 5 gennaio 2009 sul tema dell’equiparazione delle certificazioni linguistiche europee al patentino di bilinguismo che al momento in provincia rappresenta la sola forma di certificazione delle competenze linguistiche. nell’italiano e nel tedesco.Dice Tommasini: “… a proposito di norme di attuazione, ritengo molto più urgente arrivare finalmente all’approvazione di quella relativa ai titoli equipollenti del patentino di bilinguismo”. E il quotidiano commenta: “È passato ormai un anno da quando la commissione dei Sei (della quale lo stesso Tommasini è membro) ha approvato la norma di attuazione. Ora spetta al consiglio dei ministri emanare il relativo decreto, ma da tempo tutto è fermo e lo stesso Durnwalder se ne è lamentato più volte, anche perché l’Unione Europea continua a premere affinché al patentino di bilinguismo vengano affiancati anche altri esami che possano attestare la conoscenza della seconda lingua.”

In realtà la proposta di norma di attuazione è stata approvata dalla Commissione dei SEI otto mesi fa, precisamente nell’aprile 2008, Della questione si è parlato in dettaglio su questo blog: http://www.gebi.bz.it/bilinguismo/?p=76