Il programma della Giunta uscente

Dicembre 7th, 2008

Per qanto riguarda le lingue, il programma di coalazione per la XIII legislatura (presentato dalla Giunta provinciale al Consiglio provinciale dell’Alto Adige il 12.12.2003), prevedeva questo:

La Giunta provinciale di Bolzano - XIII legislatura

“Il bilinguismo ed il trilinguismo reale nella nostra provincia costituiscono un grande vantaggio. E’ chiaro a tutti che la conoscenza delle nostre lingue e naturalmente anche di altre lingue rappresenta una ricchezza ed una grande chance nella vita sociale e culturale. In particolare, nei servizi di interesse pubblico, tale principio deve essere considerato preminente. La provincia proseguirà nel favorire la migliore conoscenza delle lingue potenziando le offerte di attività extrascolastiche nelle due lingue e migliorando ulteriormente la qualità didattica nelle scuole. È volontà del governo provinciale che ogni ragazzo e ragazza rafforzi la propria madrelingua e al contempo la scelta di frequentare la scuola nell’altra lingua non deve essere vista come l’unica opportunità per diventare cittadino e cittadina bilingue. In particolare la scuola di lingua italiana continuerà ad impegnarsi per garantire ai propri studenti e studentesse un buon apprendimento della seconda lingua e verrà sostenuta dal governo provinciale in questo progetto.

Per favorire la convivenza e la piena uguaglianza tra cittadini e tra gruppi linguistici è importante conoscere le lingue. A tale proposito verranno intensificati gli sforzi negli anni futuri, in particolar modo per quanto riguarda la conoscenza della lingua tedesca e di quella italiana. Verranno accolte, nuove possibilità e metodologie per il miglioramento delle conoscenze linguistiche anche con percorsi didattici differenziati per le scuole dei singoli gruppi, sempre nel rispetto delle diverse identità. Bisogna però prendere atto che in una terra dove si parlano due lingue non si può demandare ad una sola istituzione il compito di formare cittadini e cittadine bilingui e trilingui, vanno assunte iniziative anche oltre la scuola, rendendone consapevoli le famiglie e le parti sociali, vanno trovate formule ancora più incisive.

Chiederemo inoltre che nei concorsi pubblici, qualora un candidato scelga di sostenere l’esame in lingua diversa da quella del gruppo a cui ha dichiarato di riferirsi, almeno una prova scritta venga sostenuta nella lingua del gruppo di riferimento, in tal modo rafforzando il diritto all’uso della madre lingua nel settore pubblico. Sarà nostra premura attuare la sentenza della Corte europea di giustizia riguardante le commissioni per gli esami di bi- e trilinguismo, adeguando, in tale ambito, ove necessario, i criteri di difficoltà.”

Un punto scritto molto bene e molto calibrato. La nuova coalizione di Giunta per la prossima legislatura potrebbe riproporlo identico, parola per parola, a questo punto. Che cosa ne dite?

La scuola bilingue nei programmi di Giunta

Dicembre 4th, 2008

Dopo le elezioni a Bolzano si lavora per la formazione della Giunta provinciale che governerà la provincia per i prossimi cinque anni.

In un articolo del quotidiano Ato Adige di lunedì 1 dicembre 2008 trovo un interessante spunto sull’importanza della definizione di un programma di coalizione chiaro e trasparente.

Sul tema del bilinguismo e della scuola nelle ultime tre legislature i programmi di Giunta sono stati sempre del tutto generici e di difficile letttura. Di conseguenza poi nessuno è riuscito a realizzare molto.

L’auspicio di Elena Artioli, neoletta consigliere provinciale a Bolzano, ad un programma chiaro su questa tematica è quindi del tutto appropriato.

Elena Artioli
BOLZANO. «La Svp vorrebbe avere la botte piena e la moglie ubriaca, ma noi non ci stiamo. Se come pare ormai chiaro Durnwalder preferisce fare la giunta con il Pd, noi potremmo accettare la vicepresidenza del consiglio provinciale, però sia chiaro che non siamo disposti a firmare alcun accordo. Vogliamo avere le mani libere». Elena Artioli, consigliere della Lega, non si fa illusioni: le trattative per la nuova giunta continuano, ma i giochi, a suo dire, sono già fatti.
In realtà, sia il presidente Luis Durnwalder che l’Obmann della Volkspartei Elmar Pichler Rolle prendono tempo e assicurano che non c’è ancora nulla di deciso. «La partita - dice Durnwalder - è più che mai aperta: domani (oggi, ndr) alle 14.30 abbiamo in agenda un incontro con il Pdl; poi c’è il direttivo della Svp in via Brennero. Nel frattempo continua la trattativa con Pd e Lega: con entrambi i partiti ci sono delle visioni comuni».
Anche l’Obmann Pichler Rolle insiste su questo aspetto: «Sia la Lega che il Pd dicono di essere interessati a fare la giunta con la Svp e per noi vale lo stesso discorso: il problema è che loro non vogliono saperne di entrare assieme nella stessa coalizione. Comunque, non abbiamo ancora abbandonato tutte le speranze, anche perché a noi interesserebbe avere un collegamento forte con il governo di Roma».
Dopo un mese di trattative il nodo insormontabile resta quello iniziale rappresentato dai veti reciproci.
«Però forse - spera l’Obmann - qualche spiraglio c’è ancora, visto che dobbiamo cominciare a discutere di programma».
Invece per Elena Artioli, quando si parlerà di programma, di possibilità ce ne saranno ancora meno.
Lei, l’ex consigliera comunale della Svp, paladina delle istanze dei mistilingue, l’aveva detto subito dopo l’elezione che ci teneva ad entrare in giunta e aveva già le idee chiare sulle competenze: la scuola. «L’ho ripetuto anche a Durnwalder che però non volendo una rompiscatole in giunta, ha già deciso di imbarcare i due consiglieri del Pd. Ovviamente, le trattative continuano e noi non rinunciamo certo a fare la nostra parte, ma sappiamo che non ci sono spazi».
Rimpianti?
«All’inizio sì, adesso no».
Perché cos’è cambiato?
«Non è cambiato nulla - spiega la consigliera leghista - semplicemente, vedendo cosa contiene la prima bozza di programma messa a punto dalla Svp, sono contenta di non entrare in giunta. C’è la toponomastica e neppure un accenno all’apprendimento linguistico né, tanto meno, al tema dei mistilingue. A questo punto è meglio che in giunta vadano i consiglieri del Pd, per me che ho fatto di quei temi i miei cavalli di battaglia sarebbe un suicidio politico».
Salvo colpi di scena dell’ultima ora, la cosa più probabile è che Artioli diventi vicepresidente del consiglio provinciale, carica ricoperta pro tempore dalla consigliera del Pd Barbara Repetto.
Durnwalder però, non potendo avere in giunta il Carroccio, vorrebbe che la rappresentante leghista non si limitasse ad interpretare quel ruolo solo in chiave istituzionale. Per questo punta ad ottenere dalla Lega un appoggio esterno da sancire con un accordo ad hoc, sottoscritto dalle parti.
Ma la consigliera risponde picche. «O entriamo in giunta o stiamo fuori e ricopriamo la carica di vicepresidente senza però impegnarsi in alcun modo. Noi non firmiamo nulla e di volta in volta decideremo se votare a favore o contro. Ma non possiamo assolutamente legarci le mani per far piacere a Durnwalder che, a mio avviso sbagliando, riproporrà una giunta fotocopia per quel che riguarda la Svp e poi imbarcherà i due consiglieri del Pd. Lo ripeto: si tratta ancora ma i giochi ormai sono fatti. Durnwalder ha deciso».
Gli incontri, iniziati dopo le elezioni di fine novembre, continuano dunque ancora, però giunti a questo punto, in casa Svp c’è la volontà di stringere i tempi: «L’obiettivo è fare la giunta prima di Natale - promette Durnwalder -: il consiglio potrebbe riunirsi il 16 dicembre per votare la squadra che governerà la Provincia per i prossimi cinque anni».

Il liceo di Francoforte

Novembre 22nd, 2008

Sul quotidiano “Alto Adige” del 22 ottobre 2008 un articolo di Carla Spiller nella pagina della cultura sul liceo bilingue tedesco-italiano di Frankfurt am Main «Freiherr vom Stein», dove insegna l’altoatesino Luigi D’ambrosio. Di particolare interesse è il fatto che una sezione della scuola consentirà agli alunni di ottenere un doppia maturità, una maturità italiana ed una maturità tedesca, titolo di studio  riconosciuto sia nell’ordinamento scolastico italiano che nell’ordinamento scolastico germanico a titolo originario.

Vedi anche

http://freiherr-vom-stein.de/contenido-4.6.8.4/cms/front_content.php?idcat=128&idart=772 

http://www.fr-online.de/frankfurt_und_hessen/nachrichten/frankfurt/1601777_Italienisches-Abitur-ab-2010.html
______________
In Alto Adige, malgrado il grande fermento sui temi dell’insegnamento, la scuola bilingue rimane un obiettivo lontano. Non si sa ancora, nonostante le pressioni, se e quando vedrà la luce un progetto di scuola autenticamente bilingue. Nel frattempo abbiamo chiesto un’opinione a chi questa esperienza la sta vivendo concretamente.  L’altoatesino Luigi D’ambrosio, docente di ruolo di italiano seconda lingua (L2) della scuola in lingua tedesca, insegna da circa un anno al liceo bilingue tedesco-italiano di Francoforte «Freiherr vom Stein», dopo aver superato una selezione a Roma. A lui abbiamo posto alcune domande. Com’è strutturata la scuola dove insegna, il liceo bilingue Freiherr vom Stein di Francoforte?  «Si tratta di un ginnasio che parte con la quinta classe e arriva fino alla tredicesima, ma dall’anno prossimo la maturità si effettuerà al termine della dodicesima classe. È composta di tre sezioni ed una sezione permette ai ragazzi di ottenere un doppio titolo di studio italiano-tedesco, cioè una maturità italiana ed una maturità tedesca, con eguale voto, con materie di esame che vengono discusse in queste settimane da due commissioni che si occupano di definire gli aspetti tecnici dell’esame. Le materie di maturità saranno probabilmente italiano e storia in italiano, oltre a tutte le materie in tedesco». Come è organizzato nella pratica l’insegnamento nelle due lingue?  «È organizzato in modo molto interessante. Nelle materie linguistiche di L1 (lingua uno) italiano e tedesco vengono svolte lezioni sia da insegnanti da soli sia da insegnanti in «Doppelbesetzung» (compresenza), che definiscono gli ambiti del loro intervento educativo, concordano i programmi da svolgere nell’una e nell’altra lingua e programmano insieme le verifiche. Ognuno dei due insegnanti parla nella sua lingua durante la lezione, nel corso della quale non si creano particolari problemi di confusione e sovrapposizione. I ragazzi sono particolarmente soddisfatti di questo tipo di lezione. Anche la storia viene insegnata con il sistema della co-presenza. Ci abbiamo provato l’anno scorso e l’esperimento è andato abbastanza bene. Altre materie vengono svolte o in italiano o in tedesco: la geografia ad esempio o semestralmente in italiano e in tedesco o annualmente in una delle due lingue». E i programmi come sono?  «I programmi sono per certe materie quelli del Land Essen, per altre, come l’italiano ed il tedesco, abbiamo un percorso didattico che viene aggiornato costantemente da noi insegnanti della scuola, naturalmente con l’«imprimatur» del Land Essen e dell’Italia. Favoriamo in ogni modo il tandem ed il lavoro di gruppo, affinchè ragazzi di livello linguistico diverso si esercitino il più possibile». Che tipo di utenza frequenta il Liceo «Freiherr vom Stein»?  «Naturalmente ci sono figli di genitori con cittadinanza italiana, quasi tutti di terza generazione che a casa parlano soprattutto il tedesco, figli di italiani arrivati da poco e figli di coppie plurilingui - chiamarli mistilingui non mi sembra simpatico - all’interno delle quali un genitore ha la cittadinanza italiana e l’altro la cittadinanza tedesca. La nostra scuola è comunque frequentata anche da ragazzi con genitori entrambi di madrelingua tedesca. Infine ci sono molti ragazzi stranieri che vengono dall’Africa, dall’Oriente, dal Giappone. Un’utenza variegata in una scuola che raccoglie la gran parte delle nazionalità del mondo, considerando che Francoforte è una città in cui oltre la metà della popolazione non è tedesca». Il modello di scuola plurilingue di Francoforte sarebbe importabile in Alto Adige?  «Secondo me sì, soprattutto perché in Alto Adige non ci sarebbero i problemi e le differenze che esistono in Germania riguardo alla formazione di base degli insegnanti. L’Italia paga tre insegnanti nel ginnasio e cinque nella scuola elementare «Freiherr vom Stein», che possiedono naturalmente una formazione culturale, linguistica, pedagogica e didattica diversa rispetto ai colleghi tedeschi. In provincia di Bolzano, malgrado molti insegnanti di made lingua tedesca si siano formati in università estere, esistono valori contenutistici più compatibili. E poi l’aspetto linguistico non è secondario: i miei colleghi della scuola tedesca in Alto Adige parlano l’italiano meglio mediamente di quanto non lo parlino i miei colleghi di tedesco in Germania. Lo stesso discorso vale anche per i colleghi italiani qui e in Germania. Inoltre a Bolzano i soldi e le strutture non mancano, la flessibilità che viene data dall’autonomia permetterebbe anche di creare dei programmi ad hoc per ogni singola scuola». Quali potrebbero essere le controindicazioni?  «Francamente non vedo particolari controindicazioni. Naturalmente, ed è l’elemento più importante, le due lingue devono essere considerate a livello paritario, non ci può essere una lingua che è superiore o più importante dell’altra. Chi pensa di mandare i propri figli in una scuola bilingue perché diventino tedeschi, dovrebbe mandarli in una scuola tedesca tradizionale. Alla stessa maniera dovrebbero comportarsi coloro che vorrebbero educare la propria prole «all’italiana». È una scuola che dovrebbe frequentare chi ci crede, chi è convinto, solo allora funzionerebbe». Quali sono le conseguenze di una formazione plurilingue sullo sviluppo e la crescita psicologica e intellettuale dei ragazzi ai quali viene impartita?  «Innanzitutto io direi che sono ragazzi come tutti gli altri, non c’è una particolare differenza. Alcuni colleghi conservatori li definiscono particolarmente vivaci anche dal punto di vista del comportamento. In realtà, in base a quello che sento anche da mia figlia, che frequenta la scuola dove io lavoro, non è così. Hanno una discreta flessibilità, riescono ad orientarsi e a muoversi nel mondo in modo molto più autonomo rispetto ai coetanei che vivono in ambienti culturalmente stagni. I risultati che abbiamo sono positivi: sono ragazzi flessibili, dinamici e aperti al mondo. Sicuramente nelle mie classi non ho mai sentito discorsi strani su razza, cultura, educazione, xenofobia. Per loro l’identità è un fatto particolare: si sentono cittadini del mondo, sanno di possedere due-tre lingue e cercano di realizzare nella loro vita quotidiana un’esistenza che sia il più possibile rispettosa degli altri». Come si inserisce questa struttura didattica nella più generale organizzazione del sistema scolastico tedesco?  «Ci sono vari esperimenti bilingui in Germania. Ma l’unica scuola in cui l’italiano assume il ruolo di lingua madre al pari della lingua tedesca e che ha come punto di approdo una maturità in due lingue, è il ginnasio «Freiherr vom Stein». Non ci sono altre strutture del genere in Germania. Noi siamo dei pionieri, navighiamo in un mondo didattico in cui non abbiamo tanti confronti. Li abbiamo per altri esperimenti, per altre lingue, ma la nostra scuola è un modello unico. Cerchiamo di diffondere l’interesse per la nostra scuola anche all’interno del mondo scientifico tedesco, facendo in modo che venga conosciuta il più possibile, attraverso articoli, tesi di laurea e dottorati di ricerca».

Carla Spiller

Stichwort: Gemischtsprachige Kindergärten und Schulen

Ottobre 14th, 2008

Su STOL si possono leggere le dichiarazioni programmatiche di un certo numero di candidati alle elezioni provinciali rispetto ad alcune questioni-chiave. Per esempio attorno a questa questione-chiave:

Stichwort: Gemischtsprachige Kindergärten und Schulen

Naturalmente si tratta di una Stichwort non formulata in modo tecnico ma è interessante leggere alcune delle prese di posizione che appaiono sul sito. Se cominciamo con le dichiarazioni dei candidati SVP, scopriamo, a sorpresa, che ci sono risposte che si assomigliano come gocce d’acqua.
Ecco la trascrizione esatta delle prese di posizione di tre candidati individuati a caso:

Martina Ladurner
Das Recht auf muttersprachlichen Unterricht muss unbedingt gewahrt bleiben. Es bildet die Grundlage für den Fortbestand der deutschen und ladinischen Minderheiten.

Luis Durnwalder
Das Recht auf muttersprachlichen Unterricht muss unbedingt gewahrt bleiben. Es bildet die Grundlage für den Fortbestand der deutschen und ladinsichen Minderheiten.

Elmar Pichler Rolle
Das Recht auf muttersprachlichen Unterricht muss unbedingt gewahrt bleiben. Es bildet die Grundlage für den Fortbestand der deutschen und ladinsichen Minderheiten.

Si tratta di prese di posizione identiche parola per parola. Quelle di Durnwalder e di Pichler Rolle, poi, presentano uno stesso errore di battitura (ladinsichen invece che ladinischen): i due devono avere fatto taglia e incolla dallo stesso file, cosi sembra abbiano funzionato le cose tra di loro.

Ma vediamo come si sono espressi altri candidati SVP , che ho selezionato tra quelli che già hanno ricoperto cariche nel partito o in Giunta provinciale nel settore della scuola e della cultura:

Sabina Kasslatter Mur
keine Angabe

Florian Mussner
keine Angabe

Martha Stocker
keine Angabe

Dunque i politici SVP oggi impegnati nel settore scolastico-culturale evitano accuratamente il taglia e incolla ma in cambio approdano ad un significativo “no comment”.

Ci sono pero’ altri candidati SVP che mi sembra vogliano rappresentare una posizione propria, talvolta originale o sfumata:

Julia Unterberger
Das Recht auf muttersprachlichen Unterricht muss gewahrt bleiben. Trotzdem kann das Erlernen der zweiten Sprache schon von frühester Kindheit an gefördert werden.

Veronika Stirner Brantsch
Das Recht auf muttersprachlichen Unterricht darf nicht in Frage gestellt werden. Ich bin deshalb keine Befürworterin von gemischtsprachigen Kindergärten und Schulen. Ich stelle aber immer wieder fest, dass die Zweitsprachenkenntnisse bei den verschiedenen Sprachgruppen in Südtirol zu wünschen übrig lassen. Es braucht deshalb Projekte (ev. außerschulische), die ein besseres Erlernen der zweiten Sprache ermöglichen.

Manfred Schweigkofler:
Um eines klar zu stellen: Sprache lernen oder nicht ist eine Frage des Willens und nicht der Gesetzgebung. Wir können alle Modelle der Welt versuchen, wenn der Wille nicht vorhanden ist, nützt alles nix!. Wenn ich eine aserbaidschanische Freundin habe, die ich liebe, lerne ich in drei Monaten aserbaidschanisch. Hey, jeder Gastarbeiter, der hier bei uns ist, lernt schneller deutsch als die Italiener nach 13 Jahren Pflichtschule! Das kann´s doch nicht sein. Dies vorausgeschickt sage ich: das Erziehungsrecht liegt bei den Eltern! Das dürfen wir nie vergessen. Und die Politik sollte eigentlich jene Voraussetzungen zulassen, die sich die Eltern wünschen. Wenn sich die Eltern also wünschen, dass es gemischtsprachige Kindergärten und Schulen gibt, warum soll ihnen die Politik das verbieten oder unmöglich machen? Ich verstehe aber, dass dies eine grundsätzliche Frage ist, da das Autonomiestatut den Unterricht in der Muttersprache vorsieht.

Il mio voto da sostenitore della scuola plurilingue, espresso in decimi (come fa tendenza oggi nella scuola italiana), sarebbe dunque:

Manfred Schweigkofler: 8
Veronika Stirner Brantsch: 7
Julia Unterberger: 6

Martina Ladurner: 5
Luis Durnwalder: 5
Elmar Pichler Rolle: 5

Martha Stocker: 2
Florian Mussner: 2
Sabina Kasslatter Mur: 2

Martedi’ speciale

Settembre 25th, 2008

Cristallo

Da alcuni mesi hanno preso il via i “martedì speciali” presso l’Info point dell’Ufficio Bilinguismo e Lingue straniere al Centro Cristallo, dedicati a tematiche specifiche.

Tema del terzo martedì speciale presso il Centro Cristallo di Bolzano il 30 settembre dalle ore 9.00 alle 12.00 saranno le “certificazioni linguistiche internazionali”.

In collaborazione con prestigiosi enti internazionali l’Ufficio Bilinguismo e Lingue straniere cura l’organizzazione degli esami per il rilascio dei diplomi riconosciuti a livello internazionale per le seguenti lingue: tedesco (in collaborazione con il Goethe Institut), francese per gli studenti delle scuole superiori (con il Centre Culturel Français di Milano), lo spagnolo (con l’Instituto Cervantes di Milano),  l’inglese per gli studenti della scuola dell’obbligo e delle superiori (con l’University of Cambridge ESOL Examinations e alpha beta piccadilly) e il russo (con  l’Università Statale di San Pietroburgo).

Lo sconto sul patentino

Agosto 31st, 2008

Alex Janes

Alex Janes, dirigente di Alleanza nazionale di Bolzano, non ha certo fretta di vedere il patentino equiparato alle certificazioni europee. Si augura, al contrario,  che la proposta di norma di attuazione della Commissione dei Sei venga cancellata e ridisegnata interamente. Almeno cosi’ da alcune sue dichiarazioni al quotidiano Alto Adige di oggi.

Janes afferma che invece di superare il monopolio provinciale sul patentino, la norma di attuazione sull’equipollenza dei titoli secondo standard europei non farebbe altro che rafforzare l’esame «locale» per quanto riguarda la certificazione più alta, l’attuale A. Questo perché l’analogo C1 europeo è molto più difficile da ottenere. Trattandosi del livello di patentino che apre le porte dei ruoli dirigenziali, magistratura compresa, prosegue Janes, «non possiamo certo accettare una norma di attuazione che rischia di sbarrare le porte».

Janes nota che il patentino A richiede che il candidato sia in grado di sostenere una conversazione  argomentazioni e commenti in modo appropriato.
Il C1 a cui il patentino A verrebbe parificato,  invece, prevede che il candidato sappia utilizzare la lingua in modo flessibile ed efficace per scopi sociali, professionali ed accademici, riesca a produrre testi chiari, ben dettagliati su argomenti complessi.

Ora la mia domanda è questa: per accedere ai ruoli dirigenziali, magistratura compresa, è davvero troppo pensare che il candidato sappia utilizzare la seconda lingua in modo flessibile ed efficace per scopi professionali, riesca a produrre testi chiari, ben dettagliati su argomenti complessi (come nella descrizione sintetica del certificato C1)? Davvero possiamo accontentarci di un candidato in grado soltanto di sostenere una conversazione sapendo argomentare e commentare in modo appropriato (descrizione sintetica del patentino A)?  Ancora: i testi complessi il dirigente li deve o non li deve capire anche nelle sfumature? Il dirigente deve o non deve poter scrivere con una certa precisione terminologica il testo di una circolare o di una delibera?

Se la risposta è si’, allora l’equiparazione del patentino A alla certificazione C1 è ottimale e, in aggiunta, del tutto aderente alla realtà. Altrimenti il sospetto è che  Janes, cercando di frenare con le sue dichiarazioni la norma di equiparazione proposta,  intenda in realtà portare avanti una richiesta parallela, precisamente lo sconto sul patentino, prospettiva, a mio avviso, abbastanza poco condivisibile anche sul piano della dignità professionale.

 

**************
Aggiornamento (7 settembre 2008): una discussione sul tema dell’equiparazione delle certificazioni linguistiche standard europee al patentino si trova qui:
http://www.gebi.bz.it/bilinguismo/?p=76

Europa e certificazioni linguistiche

Agosto 26th, 2008

La Giunta provinciale di Bolzano ha reagito ieri all’ inerzia del governo sull’emanazione della norma di attuazione volta ad equiparare le certificazoni linguistiche europee agli esami di “patentino linguistico” oggi previsti in provincia di Bolzano.

Ecco il testo del comunicato dell’Ufficio Stampa della Provincia del 25 agosto 2008:

Commissione per il bilinguismo: Da più parti viene contestata l’esclusività dell’operato della Commissione provinciale per l’accertamento del blinguismo e per il rilascio del relativo attestato e sono stati presentati ricorsi presso la Corte di giustizia europea. La Commissione dei Sei ha già predisposto una bozza di norma di attuazione per ovviare alla situazione, ma il Governo non l’ha ancora approvata. La Giunta provinciale oggi ha incaricato il presidente Durnwalder di intervenire presso il Governo affinché approvi il testo della Commissione dei Sei o affinché provveda a nominare sollecitamente i nuovi componenti della Commissione dei Sei. Durnwalder aveva già sollecitato tale nomina in occasione del recente incontro a Falzes con il ministro per la Semplificazione legislativa Roberto Calderoli.”

Ministro competente per la questione è Raffaele Fitto

Il MInistro per i rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto

Della proposta della Commissione dei Sei, che risale al mese di aprile 2008, abbiamo riferito qui da fonte giornalistica. Il testo completo della proposta di norma di attuazione non è rintracciabile in rete.

Taic in Vriaul

Agosto 24th, 2008

Giorgio Jannis mi segnala un ottima iniziativa del Circolo culturale  G.Unfer di Timau

Eccone la presentazione:

Il sito “Taic in Vriaul”, predisposto dal Circolo Culturale G.Unfer di Timau - Tischlbong (Ud) per conto del Comune di Paluzza e finanziato ai sensi della L.R. 4/99, propone un ampio excursus sulle comunità germanofone del Friuli Venezia Giulia, situate in Carnia e nella Valcanale.
Di ognuna si potranno consultare singole schede in cui sono approfonditi gli aspetti linguistici, storici, demografici e si segnaleranno le iniziative culturali, le pubblicazioni e le attrattive naturalistiche e artistiche.
Sono elencati i gruppi e i circoli culturali, impegnati nell’opera di rivalutazione e valorizzazione delle lingue di minoranza,
(testimonianza di insediamenti risalenti alla fine del XIII secolo), oltre ai gruppi e alle associazioni sportive e ricreative
che operano in diversi campi all’interno e all’esterno della comunità.
Il sito è ancora in fase di sviluppo e viene regolarmente ampliato ed aggiornato: al momento è attiva la parte riguardante Timau-Tischlbong; prossimamenteverranno messe on-line le parti riguardanti le altre comunità, oltre alla possibilità di consultare le pagine sia in tedesco sia nella lingua delle singole comunità.

Mittar zait ma beart mein leisnan in sito af taic aa, unt in da schprochn van dearfar as taic reint in Vriaul.

Disallineamenti

Agosto 16th, 2008

Confronto fra dati del censimento 2001 e iscrizioni alle scuole elementari

Il grafico ad anelli confronta la composizione per gruppo linguistico della popolazione dell’Alto Adige (anello esterno) con i dati sulle iscrizioni alle scuole elementari dei diversi gruppi linguistici (anello interno). Come si vede la situazione non è allineata, nel senso che le iscrizioni alle scuole italiane sono molto meno di quanto ci si aspetterebbe fossero.

Fatti due conti in termini percentuali, la differenza fra 26 e 20 equivale all’incirca alla differenza fra 100 e 77. Cio’ significa che circa il 23 per cento degli studenti di famiglia italiana non frequenta le scuole elementari italiane dell’Alto Adige.

Il confronto naturalmente non puo’ essere rigoroso, perchè compara la suddivisione per gruppo linguistico di tutta la popolazione dell’Alto Adige del 2001 (prescindendo dai dati per fascia di età non disponibili) con gli iscritti alle elementari del 2006/2007. In ogni caso i link per prendere visione dei dati completi e non arrotondati sono questi:

http://www.provinz.bz.it/astat/download/JB07_K5-pdf.pdf
http://www.provincia.bz.it/astat/download/mit17_02.pdf

Il fatto che probabilmente il 23 per cento, quasi un quarto del target di riferimento, scelga un’ altra scuola è segno che qualcosa non funziona. Forse anche la scarsa efficacia sul piano del bilinguismo è una delle ragioni che inducono i genitori italiani a scegliere direttamente una scuola diversa.

Progetti innovativi di insegnamento delle lingue

Giugno 14th, 2008

Il Consiglio provinciale di Bolzano ha approvato ieri, in sede di esame del disegno di legge provinciale n 147, Obiettivi formativi generali ed ordinamento della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione un articolo (l’articolo 14) centrale dal punto di vista dell’innovazione didattica nel campo dell’insegnamento delle lingue:

Il quinto comma dell’articolo approvato, infatti , recita:

5. Data la particolare situazione linguistica in provincia di Bolzano, il primo ciclo di istruzione assicura lo studio della madrelingua tedesca o italiana, della seconda lingua nonché l’apprendimento di nozioni fondamentali della lingua inglese. Al fine di migliorare le conoscenze plurilingui delle alunne e degli alunni, le scuole possono avviare progetti innovativi di insegnamento delle lingue nel rispetto dell’articolo 19 dello Statuto di autonomia e con le indicazioni della Giunta provinciale. Nelle scuole delle località ladine vengono rafforzate e approfondite, nel quadro delle disposizioni dell’ordinamento paritetico, le competenze nelle lingue ladino, tedesco, italiano e le nozioni fondamentali nella lingua inglese.

Un report sulla discussione in aula di questo articolo si trova nelle news del Consiglio provinciale.

La discussione del disegno di legge in realtà è cominciata già mercoledi’ 11 giugno, con l’esame preliminare di alcuni ordini del giorno. Significativo, per il dibattito che ha innescato, l’ODG proposto dal gruppo Verde in Consiglio provinciale (VEDI) che intendeva impegnare la Giunta provinciale :

1. a riconoscere ampia autonomia di sperimentazione linguistica a tutte le scuole della provincia, consentendo e sostenendo i metodi di apprendimento linguistico liberamente scelti da istituti e genitori, compreso l’uso veicolare delle lingue e l’apprendimento precoce in forma ludica della seconda lingua;
2. a rendersi disponibile all’istituzione di sezioni plurilingue sul modello ladino anche al di fuori delle valli ladine ove ne sia fatta libera richiesta da parte dei genitori;
3. a creare tutti i presupposti operativi, in stretta collaborazione con le tre intendenze scolastiche e con l’università, affinché le sperimentazioni di cui ai punti 1 e 2 siano coronate da successo e vengano accompagnate da un costante sostegno operativo e scientifico.

Respinto a maggioranza, l’ordine del giorno ha visto i Verdi da soli solo sul punto 2, quello che prevedeva la possibilità di istituzione di sezioni plurilingue orientate al modello ladino in tutte le scuole della provincia. Un resoconto del dibattito e delle diverse posizione sull’odg puo’ essere visto qua.

Letto assieme al comma 5 dell’articolo 14 del DLP 147 (sopra riportato e approvato a maggioranza), quanto avvenuto probabilmente significa che le innovazioni, per le quali è previsto l’intervento della Giunta provinciale, non assomiglieranno a un sorta di estensione del modello ladino, con sezioni plurilingue per ragazzi indistintamente anche di diversa madrelingua. L’idea condivisa da tutti (con la solitaria eccezione dei Verdi) è che l’innovazione sarà un forte potenziamento dell’insegnamento delle lingue, comunque svolto all’interno delle diverse scuole monolingui.

Diverrà centrale dunque a Bolzano lo sviluppo di una fitta rete di relazioni tra le diverse scuole. La progettazione di un modello di scuola plurilingue per l’Alto Adige dovrà probabilmente evitare il ricorso a termini, come “interetnico” o “interetnicità”, ridefinendone piuttosto il significato attraverso una progettazione capace di prefigurare forti interconnessioni fra le scuole esistenti.